Fame nel mondo, l'asse Leone XIV-Mattarella

Il Papa e il capo dello Stato ospiti alla Fao. La premier: "Il piano Mattei punta alla sovranità alimentare"

Fame nel mondo, l'asse Leone XIV-Mattarella
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Parla in spagnolo il Papa, nella lingua del Terzo Mondo, e gli bastano un paio di numeri per denunciare "la piaga che flagella l'umanità". Infatti, dal palco della Fao, di fronte a centinaia di delegazioni accorse a Roma, ricorda quanto è "triste che ogni sera 673 milioni di persone vadano a letto senza mangiare", quasi uno su dieci, e che "altri 2,3 miliardi non possano permettersi un'alimentazione adeguata da punto di vista nutrizionale". Ma alla fame strutturale, adesso si somma "la fame usata come arma di guerra, per impedire l'acceso al cibo a interi popoli", e qui cita l'Ucraina, Gaza, il Sudan, l'Africa. "Uno spettacolo macabro, una crudele strategia, un crimine che viola il diritto internazionale nell'apatia generale", dice Prevost con parole molto simili a quelle di Sergio Mattarella. "È un paradosso inaccettabile che, proprio mentre crescono le tecnologie", ora che si potrebbe ottenere qualcosa, "dobbiamo assistere a un regresso del sistema multilaterale". L'Italia però sta facendo la sua parte, assicura Giorgia Meloni, attraverso il Piano Mattei "che punta alla sovranità alimentare del continente africano".

Un programma, spiega la premier alla Giornata per l'alimentazione, "che coniuga lo sforzo del pubblico con investimenti privati in partenariati". Il governo, aggiunge, "ha sempre creduto nel diritto alla nutrizione". Poi, gli aiuti a Gaza. "Quando si aprirà la porta di Rafah. - racconta il ministro degli Esteri Antonio Tajani - noi siamo pronti a inviare in pochi giorni altre cento tonnellate di viveri e presidi sanitari. E siamo disposti ad accogliere altri bambini malati. Sarà per noi la più imponente azione umanitaria". Il capo della Farnesina rinnova quindi l'appello per una tregua olimpica in occasione dei Giochi invernali di Milano e Cortina: Roma ha preparato una proposta di risoluzione per l'assemblea dell'Onu. "Non solo nella Striscia ma anche in Ucraina ci sono tante persone che soffrono la fame".

Insomma, bisogna intervenire, come chiede Leone XIV, e "non voltarsi dall'altra parte". Quei numeri, quelle "statistiche, dimostrano l'indifferenza e il torpore della comunità internazionale", che si aggiunge ai conflitti. "Possibile che non si riesca a porre fine a tante azioni laceranti e arbitrarie che incidono negativamente sulla famiglia umana?, si domanda il Pontefice. "Che dobbiamo vedere quelle violenze, quei bambini pelle e ossa?" E accusa la politica. "Basta slogan.

I leader restano polarizzati, sprecando tempo e risorse in discussioni inutili e virulente, mentre coloro che devono servire sono dimenticati o strumentalizzati per interessi di parte. Ma chi soffre dovrebbe essere mio fratello". Per fortuna ci sono le donne. "Il loro ruolo, le loro mani callose, saranno fondamentali nella lotta alla fame".

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