Femminicidi, delitti passionali, omicidi per compassione, per rabbia, per troppo amore. Delitti compiuti tra le mura domestiche per ragioni finanziarie, per incomprensioni, per rancori covati decenni. Il delitto domestico assume molti nomi. Ma una cosa è certa: la famiglia uccide più della mafia, della criminalità organizzata e di quella disorganizzata. L'ultimo rapporto Eures è di qualche anno fama i dati fanno impressione: nel 2012 su un totale di 526 uccisioni il maggior numero fu compiuto in famiglia: 175, molto più di quelli compiuti dalla criminalità comune (122) e dalla criminalità organizzata (84). Nel contesto familiare e affettivo la vittima è principalmente donna (61,1 per cento), di età compresa tra i 25 e i 54 anni. Mentre il killer in più del 90 per cento dei casi è un uomo. Nel decennio 2003-2012 si contano complessivamente in Italia 1838 omicidi volontari consumati all'interno della sfera familiare o affettiva, con una media annua di 184 vittime, pari a una vittima ogni due giorni e un andamento complessivamente costante (compresi tra i 167 casi del 2007 ed i 201 del 2003).
Ricorrenze statistiche che sono confermate dagli episodi degli ultimi giorni: il più drammatico quello avvenuto a Roma, dove un uomo di 62 anni, Maurizio Diotallevi, ha strangolato e fatto a pezzi la sorella di tre anni più giovane, Nicoletta, e ha poi lasciato i pezzi del corpo in due diversi cassonetti di viale Maresciallo Pilsudski, in una zona bene di Roma, tra i quartieri Flaminio e Parioli. I due vivevano insieme tra mille difficoltà e conomiche, che sarebbero state all'origine dell'assassinio. Solo la donna infatti aveva un reddito stabile e il fratello dipendeva dalle sue elargizioni, a suo dire non troppo generose. «Oggi ci sarà l'udienza per la convalida del fermo dell'uomo, che ieri ha incontrato il suo legale che lo ha trovato assai provato.
L'altro episodio a Cantù, in provincia di Varese, dove un egiziano di 42 anni al culmine di una lite per gelosia ha spinto la convivente, una 37enne marocchina, volata giù dalla finestra al terzo piano della loro casa. La donna a causa del volo di sei metri è gravemente ferita ma non in pericolo di vita. L'uomo è stato arrestato a Malpensa mentre cercava di imbarcarsi su un volo per l'Egitto in compagnia dei due figli minorenni che sono stati affidati a una comunità.
«La famiglia da tempo ormai non è più il luogo della sicurezza - riflette Corrado De Rosa, psichiatra e scrittore - È un luogo di rabbie e di odî per i motivi più vari, che poi noi amiamo classificare con una generalizzazione come frutto di follia perché questo
costituisce per noi un ansiolitico. Del tipo: io non sono pazzo e a me non capiterà mai. E guai a pensare che siano fenomeni estivi: la reazione da fusione non esiste, semmai la bella stagione aumenta solo i rischi da contatto».
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