Non si placa la battaglia del Pd contro i busti del Duce e i simboli del fascismo. L'armata democratica è guidata sempre da Emanuele Fiano, primo firmatario della legge che vorrebbe punire chiunque esponga un vino con scritto "Boia chi molla" o provi a vendere un testone di Mussolini in bronzo.
Domani infatti riprenderà in Aula a Montecitorio l'esame del provvedimento voluto e sostenuto dal deputato dem. "Nessun intento liberticida - assicura Emanuele Fiano in una intervista all'Agi -, ma solo la necessità di mettere un freno ai rigurgiti neo fascisti e al ritorno dell'ideologia di estrema destra".
Sono alcuni mesi che Pd e La Repubblica si sono lanciati in una guerra a tutto ciò che profuma di Nostalgico. Prima la bufera sulla spiaggia di Chioggia, accusata di tenere cartelli inneggianti al Fascismo e che chiedevano ordine e rigore. Poi il manifesto di Forza Nuova sugli stupri degli immigrati, che riprendeva un vecchio volantino prodotto dalla propaganda fascista.
Il provvedimento da domani a Montecitorio mira ad inserire nel codice penale l'articolo 293-bis relativo alla "Propaganda del regime fascista e nazifascista". In sostanza una mannaia non solo su chi veramente cerca di ricostituire il partico fascista andando contro la legge Mancino e la Costituzione, ma pure chi si diverte a vendere qualche gadget del Duce.
"La legge Scelba del '52 era attuativa di disposizioni costituzionali sul divieto di riorganizzazione del partito fascista e a quelle disposizioni viene ricollegata dalla magistratura - dice Fiano - Oggi, invece, si assiste a innumerevoli manifestazioni di propaganda di quel regime, senza che tuttavia vi sia l'intento di ricostituire quel partito, ma si tratta - scandisce Fiano - di fenomeni che sono altrettanto pericolosi, e questo a prescindere appunto dalla volontà di ridare vita a un determinato partito". Secondo Fiano questo nuovo rigurgito fascista deriverebbe dalla crisi economica, dai problemi dell'immigrazione massiccia e dall'incapacità della politica di trovare delle risposte. "Tutto ciò - sostiene il deputato dem - ha creato sentimenti fortissimi di rabbia verso chi governo, a prescindere dal colore politico e ha aumentato l'odio nei confronti dei partiti tradizionali e, in generale, delle istituzioni e dello Stato. Questo è il terreno migliore in cui attecchisce l'ideologia di estrema destra e fascista. Tanto è vero, e faccio anche autocritica, questi fenomeni sono anche in Italia più attivi nelle periferie delle città, dove il disagio è più forte e la sinistra ha perso radicamento".
Contro la norma si sono schierate Fratelli d'Italia, la Lega Nord e pure dal Movimento Cinque Stelle. Sono stati tanti però anche i commentatori che ritengono la legge una norma liberticida inutile per combattere i nuovi fascismi. "Ma nè io nè il Pd vogliamo in alcun modo punire le idee o le opinioni - garantisce Fiano -tanto è vero che la legge non punisce chi, ad esempio, si dice mussoliniano o fascista, ma chi fa propaganda fascista. Non è una legge liberticida". Secondo l'onorevole "va bene fare una campagna culturale nelle scuole, ma nel frattempo è necessario porre dei limiti a chi oltrepassa determinati paletti imposti dalla democrazia stessa. In democrazia non si può fare tutto, la democrazia stessa richiede dei paletti, in particolare per quelle idee che contrastano la democrazia stessa".
La legge potrebbe ottenere in settimana il via libera
da parte della Camera, dove il Pd può contare su un numero elevato di deputati e sull'appoggio della sinistra. E Fiano si dice certo di porla approvare in via definitiva entro la fine della legislatura.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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