Di Fazio sceglie il silenzio. Caccia alla rete di complici

La Procura: "Gli abusi andati avanti per anni. I collaboratori gli segnalavano le ragazze"

Di Fazio sceglie il silenzio. Caccia alla rete di complici

Antonio Di Fazio, il fondatore della Global Farma accusato da una studentessa 21enne di aver abusato di lei dopo averla narcotizzata, davanti al Gip sceglie la linea del silenzio. Ma a parlare per lui è la galleria di 54 immagini trovate nei telefonini, pc e altri device che la gip Chiara Valori ha definito «sconvolgente» e che immortala altre giovani donne seminude e probabilmente prive di sensi, fotografate per documentare quello che gli inquirenti definiscono «il trofeo conquistato».

Vanno avanti a ritmo serrato le indagini della Procura di Milano sull'uomo ribattezzato «un moderno Barbablù» e si stanno rapidamente allargando alla rete nella quale si muoveva l'imprenditore farmaceutico, che secondo gli inquirenti avrebbe potuto contare su una rete di collaboratori e persone a lui vicine che gli segnalavano studentesse da avvicinare, con la scusa di un colloquio per uno stage. A tutte l'uomo offriva un caffè o una bevanda, a cui aggiungeva forti dosi di benzodiazepine. Quando le giovani erano stordite, poi, abusava di loro.

Le foto già in mano agli investigatori sono nitide, ma l'accusa è convinta ce ne siano molte altre. Gli abusi, da quanto si è saputo, andrebbero avanti da anni.

Ieri intanto in Procura sono state ascoltate per ore due ragazze (e non tre com'era emerso in un primo tempo). «Entrambe molto belle, una ha poco più di vent'anni, l'altra trenta» assicura chi non ha potuto non notarle ieri pomeriggio in Procura.

Di Fazio, che in queste settimane d'inchiesta degli investigatori dell'Arma si è sempre professato vittima di una estorsione (la ragazza che lo accusa, a suo dire, gli avrebbe chiesto 500mila euro per sanare le finanze della famiglia, denaro che lui le avrebbe rifiutato e da qui le accuse) ha scelto di rimanere in silenzio, avvalendosi quindi della facoltà di non rispondere, durante l'interrogatorio di garanzia svoltosi a San Vittore davanti al giudice delle indagini preliminari Chiara Valori.

«Di Fazio è molto confuso, sa che si sta parlando molto di lui e ovviamente non gli fa piacere» ha spiegato il suo legale, l'avvocato Rocco Romelliano. E ha aggiunto: «Allo stato non siamo entrati nel merito delle accuse, che sono piuttosto gravi, approfondiremo e vedremo se chiedere un interrogatorio: è un caso particolareggiato e alla difesa servono approfondimenti. Ho letto da poco gli atti e cercherò di fare chiarezza. Per quel che mi riguarda posso dire che è sempre stata una persona onesta e cordiale, non posso certo sapere però se avesse o meno una seconda vita».

Intanto in Procura gli inquirenti non hanno dubbi sulla colpevolezza del 50enne che in queste settimane ha tentato in ogni modo di sminuire la credibilità della studentessa anche grazie alle testimonianze, considerate però al momento poco attendibili, di alcuni famigliari. E non esitano a dichiarare: «Non si può prestar fede alla ricostruzione dell'indagato, che non riesce a spiegare la presenza delle foto della ragazza nel suo cellulare.

Inoltre non va dimenticato che la dose di Bromazepan, poi trovato a casa sua, è stata così massiccia da provocare nella giovane una vera e propria intossicazione con avvelenamento risoltasi completamente in non meno di dieci giorni. E se fosse andata peggio?».

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