«Il tempio è sacro perché non è in vendita» scrive Ezra Pound, e scusate la citazione in questi giorni un po' rischiosa (sono poundiano ma non sono di Casa Pound, mi raccomando). Dunque l'ultima uscita di colui che Macron ha incaricato di salvare il patrimonio culturale francese, Stéphane Bern, non mi stupisce: far pagare «urgentemente» l'ingresso nelle cattedrali è una proposta coerente con l'apostasia europea, col progressivo abbandono della religione cristiana, che ha dato forma al nostro continente, e il contemporaneo accostarsi a un disgregante nichilismo dai molteplici volti: islam, buddismo, ideologie politiche vecchie e nuove. «La mia religione è la Repubblica» ha dichiarato in altra occasione Bern, personaggio emblematico: omosessuale mediatico (è un conduttore radio-televisivo), di origini ebraiche e cultura cattolica ma in buona sostanza ateo. Confusione ed estinzione, potrebbe essere questo il suo motto così come di tanti europei che hanno ridotto il cristianesimo a fatto estetico. Belle le chiese, le cupole, le pale d'altare, ma i sacramenti non ci interessano e il Credo e il Decalogo sono cose di altri tempi. «Amo la pompa, l'incenso, vado a messa senza comunicarmi» dice Bern senza vergogna, come se la liturgia fosse una messinscena, come se i sacerdoti fossero attori e i fedeli comparse. E come se le chiese che lui viene rendere a pagamento fossero scenografie. Ma non lo sono, almeno fino a quando l'ingresso è gratuito. Mentre un tempio a pagamento quello sì è una scenografia, un set per film in costume, un cenotafio del sacro perduto. Non è un fenomeno nuovissimo, da qualche anno anche in Italia alcune chiese particolarmente afflitte dal turismo si sono munite di biglietteria, e mi vengono in mente il Duomo di Milano, il Duomo di Firenze, San Zeno e Sant'Anastasia a Verona... Io non ci metto più piede, le alternative per una preghiera e una candela non mancano.
Non mi va di usufruire degli ingressi, degli orari, degli spazi speciali che le chiese a pagamento riservano ai fedeli, nell'assurdo tentativo di distinguerli nettamente dai turisti: credo in Gesù Cristo figlio di Dio e però un'occhiata agli affreschi vorrei darla, del resto sono stati dipinti per alimentare la devozione, non la condivisione sui social. Non so cosa farmene di cattedrali perfettamente restaurate e perfettamente dissacrate.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.