Politica

"Ecco quanto vale Fedez e a chi può rubare voti"

La possibile discesa in campo di Fedez divide gli esperti tra chi pensa che sia solo una trovata pubblicitaria e chi, invece, crede che il rapper possa raggiungere anche il 10%

Screenshot da video backstage Che tempo che fa
Screenshot da video backstage Che tempo che fa

Da cantante a politico? Che Fedez stia veramente pensando di scendere in campo oppure no, la registrazione del dominio ad hoc per le elezioni del 2023 è sicuramente una notizia.

D'altronde, fino a vent'anni fa, nessuno si sarebbe mai aspettato che Beppe Grillo avrebbe fondato un partito capace di sfondare il 30% di consensi. Ecco, dunque, perché quella che può sembrare una provocazione non va sottovalutata. “L'iniziativa di Fedez è interessante perché lui ha tantissimi follower, può attirare molti consensi e riempire uno spazio politico”, dice a ilGiornale.it il sondaggista Renato Mannheimer, convinto che il marito della Ferragni possa rubare voti al M5S. “Fedez è un nuovo Cinquestelle che dice cose facili da capire, populiste e che fanno il verso alla protesta”, osserva Mannheimer. “Ovviamente – prosegue il sondaggista - non tutti i like diventeranno voti, ma una quota significativa di like può diventarlo. Dipende da quello che dirà e farà. Ritengo comunque che il suo ingresso in politica non sia una cosa fuori dal mondo”. “Che vada al governo mi sembra difficile, ma un 10% potrebbe ottenerlo”, chiosa Mannheimer che ricorda come già altri personaggi, in passato, abbiano sfruttato la loro popolarità per fare politica. Federico Benini, fondatore di WinPoll, crede che “l'effetto novità” possa favorire Fedez che “potrebbe attirare le attenzioni dei giovani under 30 e non troppo politicizzati, oppure degli elettori di centrosinistra che in questi anni si sono astenuti perché non si riconoscono in nessun partito di sinistra”. Benini non esclude che il rapper milanese possa, teoricamente, avere un bacino potenziale di 4-5 milioni di voti. “Prendiamo il fenomeno Conte, uno dei politici più amati fino a pochi mesi fa e che fino a tre anni fa nessuno conosceva. Considerando anche il fatto l'elettorato italiano è molto volatile, se Fedez, oltre alla battaglia sui diritti civili, aggiungerà altri temi alla sua agenda politica potrà avere un suo spazio nel campo del centrosinistra”, spiega Benini.

Se i sondaggisti danno qualche chances a Fedez, dai politologi arriva una secca bocciatura. “Penso che tutto questo sia fondamentalmente una trovata di marketing pubblicitario che gioca sulla convergenza mediale dei Ferragnez, i quali prima entrano nel dibattito pubblico e, poi, vedono i politici inseguire le loro iniziative di marketing”, sentenzia Massimiliano Panarari, docente di Campaigning e Organizzazione del consenso alla Luiss di Roma, che, diversamente da Mannheimer è convinto che i like non possano tradursi in voti. “Qualora, però, nascesse veramente un partito di Fedez, sicuramente si collocherebbe nell'area grillodem nato dopo l'esperienza del governo giallorosso e troverebbe il suo spazio, soprattutto in un momento come questo in cui il M5S si identifica in pieno col sistema”, profetizza Panarari. “Siamo in una fase politica in cui, con Mario Draghi, è tornata di moda l'esperienza e la competenza. Non è il momento di chi non ha mai fatto politica prima”, afferma Luigi Di Gregorio, professore di Scienza Politica presso l'Università della Tuscia di Viterbo. “Secondo me è più che altro un'operazione di marketing pre-elettorale anche perché scendere in politica sarebbe una mossa poco intelligente dal punto di vista degli interessi della coppia Ferragnez”, aggiunge il politologo romano. Un influencer come Fedez, infatti, entrando nell'agone politico, diventerebbe divisivo e perderebbe metà della sua popolarità. “La verità è che molto spesso si confonde la popolarità e il consenso, ma quasi mai la popolarità si trasforma in consenso. Basta pensare alle Comunali di Roma con le candidature di Pippo Franco e Manuela Villa che sono state un fiasco”, osserva Di Gregorio. Insomma, in verità, forse neppure Fedez crede in Fedez anche perché ben consapevole che gli italiani sono scottati dal M5S. Ma non solo.

“Grillo si era buttato sul filone dell'antipolitica e aveva tutti contro, mentre Fedez sta soltanto rafforzando posizioni come quelle sul ddl Zan o sull'immigrazione che sono tipiche del Pd o della sinistra italiana”, aggiunge Di Gregorio che conclude: “È solo un'illusione ottica che Fedez funzioni più di Letta”.

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