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Fedez trasforma in odio perfino la solidarietà. E si fa il sangue amaro

Il rapper contro Romano La Russa, invitato dall'Avis a un'iniziativa. L'assessore: "È un piccolo uomo"

Fedez trasforma in odio perfino la solidarietà. E si fa il sangue amaro

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Quando si è in malafede anche la solidarietà diventa un'occasione di odio.

Partiamo dai fatti: ieri, a Milano in piazza del Duomo, il comune, l'Avis, la Croce Rossa, la fondazione Fedez e altre associazioni hanno organizzato un evento per sensibilizzare i cittadini alla donazione del sangue. Un'ottima causa alla quale il rapper si è avvicinato dopo le sue recenti vicissitudini di salute. E questo è tutto buono, giusto e assolutamente encomiabile.

Però, quando di mezzo c'è Fedez, anche la migliore delle opportunità diventa sempre e comunque il palcoscenico per instaurare una polemica politica, indossare l'abito (sicuramente griffato e smarchettato sui social) del rivoluzionario prêt-à-porter e ritagliarsi - come se non bastasse - un pezzettino in più di visibilità. L'evento è pubblico - fino a prova contraria (almeno per il momento) né piazza del Duomo né l'Avis sono di proprietà della coppia reale del web - ma con ogni evidenza Fedez pensa di essere a un party privato. Il suo. Il rapper fa una pubblica concione davanti alla folla che si è radunata all'ombra della Madonnina e poi la parola passa alle autorità. Perché, forse non ne è al corrente, un evento di solidarietà non è un concerto da solista.

Ma, apriti cielo!, tra le autorità ci sono delle autorità che l'autorevolissimo marito della Ferragni non considera tali. Cioè Romano La Russa ed Elena Lucchini, rispettivamente assessore alla sicurezza e alla famiglia della Regione Lombardia.

Così, l'autonominatosi padrone di casa, se ne va quando prende la parola il fratello del presidente del Senato, abbandona la scena, come se fosse a X Factor. Un caso? Assolutamente no, come ci tiene a ribadire ai giornalisti che lo incalzano. Perché lui non conosce «la signora Lucchini» e «non ha mai visto La Russa coinvolto nell'organizzazione». Insomma, non trovando loro il timbro sulla mano (o la tessera del Pd in tasca), li considera imbucati nel suo privè. Peccato che, come preciserà l'organizzazione stessa, siano stati invitati dall'Avis. Romano La Russa lo ha bollato come un «piccolo uomo».

Non sappiamo se lo sia, di sicuro ha fatto una grandissima figuraccia.

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