
In una chat di gruppo su WhatsApp, dei ragazzi di una scuola superiore di Bassano del Grappa, hanno proposto un sondaggio per decidere quale, tra tre vittime di femminicidio, fosse quella che più meritava di morire. L'indignazione è sorta spontanea. La nostra società cerca di affrontare il dramma del femminicidio facendo leva sull'empatia. Il sondaggio e la battuta potrebbero provocare una minimizzazione del fenomeno. Freud darebbe ragione agli indignati. Nel saggio dal titolo «Il motto di spirito e la sua relazione con l'inconscio» distingue le battute innocenti da quelle tendenziose, il cui scopo è la liberazione di impulsi aggressivi che se non mascherati dall'ironia non sarebbero socialmente accettabili. Alcuni studi scientifici in ambito cognitivista associano invece la capacità di capire e ridere dell'umorismo nero con l'intelligenza elevata, l'umore positivo e bassi livelli di aggressività. I soggetti di intelligenza media, umore negativo e tendente all'aggressività non saranno in grado di discriminare una comicità in cui si deride una situazione che comporta morte, malattia o deformità perché è un compito complesso legato a molteplici processi cognitivi ed emotivi. La reazione alla battuta cinica e irriverente è influenzata soprattutto dall'umore preesistente. I depressi non sono, genericamente, inclini ad usare l'ironia.
La gravità del fenomeno femminicidio rende la nostra società immune dal cinismo e molto incline, adeguatamente, alla depressione, con il conseguente rifiuto di ogni tipo di sarcasmo sull'argomento. I ragazzi di Bassano sono maschilisti? Potenziali femminicidi? È probabile che come spesso accade in gioventù abbiano voluto infrangere un tabù che in questo momento storico è molto sentito.
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