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"Fermare treni e traghetti se viaggiano troppi pieni. Errore chiudere i paesini"

Il coordinatore del Cts: i viaggi redistribuiscono il virus. Sì ai controlli severi, ma chi vive nei piccoli centri deve avere accesso ai servizi delle grandi città

"Fermare treni e traghetti se viaggiano troppi pieni. Errore chiudere i paesini"

Evitare l'esodo di massa con controlli stringenti fino al blocco dei treni sovraccarichi. Scoraggiare gli assembramenti per scongiurare a gennaio una terza ondata del virus in tutta la penisola. Ma anche allentare le maglie dei controlli ai confini tra piccoli comuni limitrofi penalizzati dal Dpcm rispetto alle grandi città. Il coordinatore del Comitato tecnico scientifico, Agostino Miozzo, invita ad usare il buon senso per addolcire qua e là il nuovo decreto del governo che regola, tra l'altro, la circolazione delle persone durante le vacanze natalizie.

Professore, lo scontento più grande arriva dal territorio. In molti piccoli comuni non si potrà circolare soprattutto nei giorni di festa, dal 21 dicembre fino a Capodanno compreso.

«Le persone che risiedono nei piccoli centri devono avere gli stessi diritti di accesso ai servizi presenti nei grandi comuni. Per intenderci, se si vive a Milano, il sistema dei trasporti offre la possibilità di spostarsi per decine di chilometri per fare acquisti. Se invece si abita a Carnate, basta spostarsi di mezzo chilometro che si supera il confine comunale. E questo non è giusto».

È quello che hanno detto anche i governatori, ma il decreto non sarà modificato.

«Il Dpcm verrà tradotto in ordinanze del ministero dell'Interno che con circolari interpretative saranno inviate alle prefetture».

E dopo questo scambio di carte cosa dovrebbe succedere?

«Mi auguro che verranno date indicazioni tenendo conto delle esigenze dei piccoli territori svantaggiati. Del resto, nel Dpcm si dice che gli spostamenti possono avvenire per comprovate esigenze e fare acquisti rientra tra queste».

Ma se incroci una pattuglia di vigili urbani?

«Le prefetture declineranno alla polizia stradale delle indicazioni per non penalizzare chi esce dal supermercato dal paese vicino per ritornare a casa in un comune diverso. Si deve usare un'interpretazione non elastica, ma direi di buon senso per venire incontro alle esigenze dei cittadini».

Dunque, sì alle compere ma no agli spostamenti per fare cena con la famiglia?

«Sia chiaro, al virus non importa nulla delle relazioni anagrafiche. E chiudere i confini comunali significa evitare proprio i ricongiungimenti. Questi incontri sono fonte di pericolo».

Ma visto che qualche ospite è ammesso, non si possono invitare i genitori che vivono nel comune accanto?

«Si può andare a trovarli se sono persone fragili e bisognose di assistenza. Ma non certo per fare festa, questo non è accettabile. Troppi rischi. In questo periodo le feste le dobbiamo passare con le persone con cui stiamo sempre insieme. Cioè al nucleo ristretto, coniuge, figli».

Con chi trascorrerà Natale e Capodanno?

«I miei nipotini vivono in Spagna e dunque neanche a parlarne. Saremo soli io e mia moglie. Che non inviterà neppure i suoi tre fratelli».

Cosa pensa del tampone rapido da fare prima di un invito a cena?

«È uno strumento che serve per mangiare insieme relativamente tranquilli. Ma attenzione, è una pericolosa sicurezza, perché è di breve durata. Può essere utile per una giornata e non di più».

Si teme l'esodo anticipato al 20 dicembre per raggiungere le famiglie, soprattutto al Sud. Cosa si aspetta?

«Riabbracciare i nonni o anche i genitori che non convivono può agevolare la redistribuzione del virus in modo severo in tutta Italia. E spero che tutti ormai ne siano consapevoli. Ma non ci si può affidare solo alla responsabilità individuale».

Quindi come impedire gli assalti ai treni?

«Vanno organizzati controlli molto severi. Se un treno o un traghetto contiene più persone di quelle previste, scatta il fermo: non si parte».

L'annuncio del blocco prima di Natale per gli spostamenti non è stato annunciato con troppo anticipo?

«Per non correre rischi il governo avrebbe dovuto annunciare il lockdown un'ora prima dell'inizio.

Ma non siamo in una dittatura».

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