Tokyo 2020

Ferrari, apoteosi d'argento. A 30 anni entra nella storia

Alla quarta Olimpiade, l'azzurra si prende la medaglia, prima italiana di sempre nella ginnastica individuale

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«Andrà come deve». Vanessa Ferrari lo aveva detto: 30 anni, alla quarta olimpiade, significa, per esempio, avere l'età giusta per fare un pronostico molto personale. E azzeccarlo. Il destino, prima di ripagarti, fa dei giri immensi, come le acrobazie di certi ginnasti: alcuni, come Vani, hanno ormai diritto di dargli anche del tu. Dopo tre quarti posti ai Giochi, Ferrari è la prima azzurra a salire su un podio individuale: è argento come quello a squadre di Amsterdam 1928, firmato dalle ragazzine pavesi. Quasi un secolo dopo, Ferrari si cosparge la vita di quell'argento, sinonimo di saggezza, e non più solo le mani di magnesite. Jade Carey dagli Usa si prende un oro bambino, a 21 anni, con un 14.366. Poi c'è Vanessa, con quel nome mai omen, una vanity fair al contrario: alla fiera del superfluo ha sempre preferito l'essenziale. Come ieri.

Perfetta, matura, non rischia con modifiche last minute. La sua interpretazione convince finalmente la giuria (8.3). Le sue diagonali, rispetto alle altre, sono solo tre. La quarta? A ben guardare l'ha eseguita un po' alla volta, in decenni di carriera, in cui le difficoltà non sono venute dai coefficienti dei salti, ma si chiamano infortuni, cadute, tiroide, mononucleosi, covid, delusione. Tutto avvitato e stoppato nei tempi giusti. Movimento Vanessa; argento Ferrari, un nuovo colore targato 14.200. Lei migliora il punteggio d'esordio, ottenuto nell'all around a squadre davanti a Biles che oggi sarà alla trave, con Vanessa prima tifosa. Quel 14.166 ieri è valso il bronzo in condominio a due sedicenni, la giapponese Mai Murakami e la russa Angelina Melnikova.

Dopo il tandem Gimbo e Barshim, sono forse i Giochi dell'ex aequo? «A me a Londra 2012 lo negarono, un giorno mi spiegheranno il perché», commenta, un unico lieve lampo d'amarezza negli occhi. Il suo Dt Enrico Casella la prende in braccio come una principessa: kintsugi è l'arte giapponese di riparare i cocci e le ferite con argento liquido, ma nel bresciano evidentemente già sapevano. Giovanni Malagò segue la gara in piedi. Mamma Galia Nikolova, dalla Bulgaria ad Orzinuovi sintetizza: «La ginnasta volevo farla anche io. Oggi vedo mia figlia coronare il suo sogno». Ivan e Michele, fratelli, gemelli sono più tifosi: «Nostra sorella è sempre da oro». Andrea Bocelli è il primo a twittare la sua gioia: ha ricantato ad hoc per Vani Con te partirò, insieme alla figlia Virginia che studia ginnastica. Tweet di congratulazioni a Vanessa anche dal mito della ginnastica Nadia Comaneci che necelbra l'ingresso nella storia.

Vanessa firma così il suo canto al corpo libero, anzi liberatorio. Le compagne le chiedono una foto, come si fa con una regina di difficoltà che trova la sua corona: «Volevo l'inno e che fosse la mia Olimpiade: questo argento mi ripaga di tutto, Non ho fallito, sentite la magia nell'aria?», dice con la sua voce, quella sì, rimasta bambina, in un corpo che è pura volontà. Ora Ferrari penserà se tatuarsi sulla nuca anche Tokyo 2020, come le altre edizioni. Lo spazio ci sarebbe anche per quel Parigi 2024, che è solo fra tre anni. Si sa, quella città val bene una messa, ma se in pedana lei vive di rincorse, qui fa un passo alla volta: «Deciderò dopo le vacanze».

E anche stavolta, andrà come deve.

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