Ferrari, faccia a faccia prima dell'addio

Incontro Montezemolo-Marchionne. Domani si decide il futuro dell'azienda e si annuncia una semestrale record

Nei giorni in cui si decide come Sergio Marchionne rifonderà la Ferrari e si attendono segnali da Luca di Montezemolo, dalla famiglia Agnelli emerge un forte segnale di piena compattezza. Come a dire: spiace che il contrasto tra i vertici di Fiat Chrysler Automobiles e Luca di Montezemolo sia esploso pubblicamente, ma la Ferrari appartiene al Lingotto.

Ecco allora manifestarsi una delle ragioni (l'altra, secondo il presidente di Ferrari, riguarda il rischio di «americanizzazione» di un Cavallino mischiato agli altri marchi di Fca), cioè quell'autonomia decisionale che via via per Montezemolo è venuta meno. «Da tempo ormai - afferma una fonte - tutte le decisioni erano prese a Torino, e il presidente si doveva adeguare». Resta da vedere che cosa si sono detti Marchionne e il quasi ex Montezemolo nell'incontro di ieri a Maranello (ma risulta che si siano visti anche lunedì), seguito alla già programmata riunione del cda di Philip Morris, sponsor di punta del Cavallino rampante, di cui l'ad di Fca è consigliere. Nel faccia a faccia, Montezemolo avrebbe palesato la sua amerezza per le dure parole di Marchionne domenica a Cernobbio. Quindi sarebbe stato fatto il punto sulle modalità di uscita e sulla congrua liquidazione che gli spetta. Alle cifre vertiginose (200-300 milioni) girate nei giorni scorsi, si unisce ora quella più «umana» di 14 milioni da corrispondere in 20 anni, oltre però all'indennità prevista in caso di risoluzione del rapporto di lavoro o cessazione dalla carica. Il braccio di ferro riguarderebbe proprio questo aspetto. A Montezemolo fanno inoltre capo 127mila azioni Fiat, provenienti da piani di stock option , per un valore intorno al milione di euro. Non è escluso che tra oggi e domani il Lingotto esca allo scoperto con un comunicato o sia convocata una conferenza stampa. Farà comunque discutere il fatto che domani, al termine del cda di Ferrari, che a questo punto potrebbe essere l'ultimo presieduto da Montezemolo, saranno approvati conti semestrali da record. Un bilancio abbondantemente positivo al quale, però, come ha osservato a Cernobbio, Marchionne contrappone le deludenti prestazioni in F1, fondamentale per l'immagine del marchio. Un capitolo a parte riguarda la prima linea dei manager: l'ad Amedeo Felisa, in particolare, per il quale si continua a ipotizzare un breve interim soprattutto alla luce dell'imminente Salone di Parigi, visto che sullo stand ci sarà una nuova supercar. Andrà così, o Felisa, già in età di pensione ma ancora con due anni di contratto, deciderà di lasciare? O, ancora, Marchionne, come abbiamo già scritto, assumerà da subito la presidenza e, nel caso Felisa lasciasse, farebbe indossare anche il cappello Ferrari al tedesco Harald Wester, già alla guida di Alfa Romeo e Maserati? Da non dimenticare, poi, Piero Ferrari, figlio del Drake , vicepresidente del Cavallino, nonché unico socio di Fca con il 10%.

A Monza, domenica, avrebbe rilevato che fino a oggi il Cavallino è stato in ottime mani. Lo stesso Ferrari, come dal verbale dell'assemblea di marzo, si era anche astenuto sulla proposta di destinazione del risultato d'esercizio, polemizzando sulla «politica aziendale di mancata distribuzione degli utili».

Marchionne, comunque, è

chiamato a sciogliere il nodo Maranello velocemente: il 26 settembre, infatti, riceverà ad Auburn Hills la visita del premier Matteo Renzi e il 13 ottobre è prevista la quotazione Usa di Fca; in mezzo il Salone dell'auto di Parigi.

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