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Fi e la strategia di Penelope "Disfare tutto in Senato"

Gli azzurri: «Manovra imbroglio da modificare» In risalita la fiducia degli italiani nell'Europa

Fi e la strategia di Penelope "Disfare tutto in Senato"

«La manovra come la tela di Penelope, tessuta alla Camera e disfatta al Senato». L'immagine omerica è di Anna Maria Bernini. La capogruppo dei senatori di Forza Italia paragona la legge di Bilancio del governo gialloverde, che inizia il suo iter a Palazzo Madama per essere modificata dopo la bocciatura della Commissione Ue, anche ad «un libro dalle pagine bianche», in cui Di Maio cerca di salvare il suo reddito di cittadinanza e Salvini la sua riforma delle pensioni, Tria prova a scongiurare la procedura d'infrazione riducendo il deficit e Conte vuol fare la legge «una e trina, per mettere tutti d'accordo». Mentre è in risalita la fiducia degli italiani nell'Europa: secondo un sondaggio di Eurobarometro in un anno è cresciuta dal 49 al 64 per cento.

Gli azzurri preparano la battaglia del Senato, convinti che «l'imbroglio» approvato alla Camera debba essere radicalmente modificato. Vogliono essere «il presidio di quel mondo produttivo che vuole fare girare l'economia a vantaggio di tutti» e sbarrare il passo ai 5Stelle. Ma per questo chiamano Salvini a far suo, come dice la Bernini, «il monito degasperiano di pensare alle prossime generazioni». Facendosi portavoce della protesta delle categorie produttive soprattutto del Nord, Fi avverte che «il governo sta scherzando con il fuoco: oltre al rischio di una procedura di infrazione, c'è anche quello dell'esercizio provvisorio se non venisse approvata la manovra», come dice il capogruppo azzurro in commissione Bilancio Andrea Mandelli. Nel partito si osservano le tensioni tra i due vicepremier, fortissime sulla manovra come sulla Tav, e si aspetta il momento della rottura. Anche se, dopo essersele cantate liberamente sui problemi più scottanti, il leader leghista e quello grillino continuano ad assicurare che nessuno li farà «litigare» e che il patto tra di loro reggerà. Per tranquillizzare i 5Stelle, Salvini ripete che il governo «gestirà questo Paese per 5 anni». Per tranquillizzare Silvio Berlusconi lo definisce «uno dei più grandi uomini di impresa, comunicazione, sport e governo», con il quale «governiamo, e bene, a livello locale, in varie Regioni». Il leghista e il grillino sembrano camminare su un filo sottile. Dopo l'incontro di Salvini con gli imprenditori sul piede di guerra al Viminale, si irrita Di Maio. «Se l'è presa - scrive su Twitter Mariastella Gelmini, capogruppo di Fi alla Camera - e come uno scolaretto impreparato precisa: I fatti si fanno al Mise. Al momento al Mise e al ministero del Lavoro ha fatto solo danni. Magari meglio che Giggino si occupi d'altro». E Salvini faccia qualcosa di centrodestra, come ha detto Antonio Tajani.

Incalza il vicecapogruppo vicario dei senatori, Lucio Malan: «È il momento di fare sul serio. Ai buoni propositi devono seguire atti concreti. Fi ha le sue proposte nell'interesse degli italiani, che sono quelle del centro destra. Le vogliamo mettere in atto?». Giorgio Mulè, portavoce dei gruppi parlamentari, definisce il reddito di cittadinanza una «favoletta che sconterà l'inefficienza dei centri per l'impiego e provocherà lavoro nero e decremento dei posti di lavoro». Licia Ronzulli, vicepresidente dei senatori azzurri, accusa Di Maio di voler usare le pensioni «come bancomat per pagare le sue irrealizzabili promesse, come il reddito di cittadinanza», anche con il taglio sulle pensioni «cosiddette d'oro», ispirato «all'invidia sociale». Retromarce e confusione, meccanismi complessi per trasformare la «quota 100» sulle pensioni e fondo a rotazione per il reddito di cittadinanza, escamotage per guadagnare tempo e fiducia alla Camera su un testo che sarà stravolto in Senato.

Per Maurizio Gasparri «siamo all'inganno eretto a sistema».

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