Onorevole Tullio Ferrante, dopo la scomparsa di Berlusconi in tanti si interrogano sul futuro di Forza Italia. Qual è la sua idea?
«In realtà i sondaggi registrano questa settimana una crescita del 3,5% per Forza Italia, dovuta in larga parte alla spinta emotiva legata alla perdita del nostro amato leader, ma anche alla permanente validità e unicità del suo progetto politico. Penso che se vogliamo realmente onorare la memoria di un leader visionario e di un illuminato statista, non possiamo che andare avanti con la sua creatura politica. Il che significa procedere a realizzare i suoi programmi, le sue idee, i suoi valori. Attuare la rivoluzione liberale che ha segnato la sua discesa in campo. Faremmo un grave torto a lui ed a chi ha creduto in lui in questi 30 anni se decidessimo di smobilitare».
Quale ruolo immagina per Marta Fascina?
«La donna che ha amato e accompagnato il presidente Berlusconi sino al suo ultimo respiro, colei che è la depositaria del volere e dei sogni del Presidente, sceglierà liberamente il ruolo che vorrà assumere. È una parlamentare alla seconda legislatura, ha capacità e sensibilità politica, titoli e legittimazione per assolvere a qualsiasi incarico».
Inevitabilmente Forza Italia dovrà disegnare un nuovo modello di governance. Da cosa bisogna partire?
«Dobbiamo partire da questo trend di crescita e lavorare per consolidarlo con la buona politica che stiamo dimostrando al governo della Nazione. Per ciò che attiene la vita del partito, come da statuto, questa settimana il comitato di presidenza convocherà il Consiglio Nazionale che procederà alla nomina di un presidente pro tempore, incaricato di traghettare il partito sino al Congresso. In questo momento abbiamo bisogno di dare stabilità al partito, che è legittimamente ferito e scosso, ed al governo di cui siamo pilastro essenziale. Ora non abbiamo bisogno di cambiamenti rivoluzionari di governance, ma di gestire una transizione tanto dolorosa quanto necessaria».
Si parla molto degli elettori in libera uscita di Forza Italia. È possibile immaginare un partito che possa aumentare il proprio consenso piuttosto che ridurlo?
«Con lo schiacciamento del Pd targato Schlein a sinistra e l'implosione del cartello elettorale del Terzo Polo, per il centro liberale e riformista, gamba centrale della coalizione che governa il Paese, si aprono spazi incredibili. Gli italiani apprezzano la serietà, la responsabilità, la coerenza, nonché la concretezza dei nostri programmi. Il centro esiste e siamo noi. Il resto è rappresentato da surrogati già falliti alla prova del voto».
Ci si interroga sul ruolo futuro della famiglia Berlusconi in Forza Italia. Si aspetta un coinvolgimento diretto o un sostegno esterno?
«La famiglia Berlusconi ha manifestato tutto il suo affetto per Forza Italia, deciderà liberamente se e come impegnarsi».
La prospettiva a medio-lungo termine è quella di un congresso da convocare dopo le Europee. Come immagina questo appuntamento? Serve una dialettica è una contrapposizione forte tra anime diverse? È possibile un ruolo da protagonista anche per candidati più giovani?
«Il Congresso, per sua natura, è un momento di confronto. Sono certo che non diventerà l'occasione per faide intestine e rese dei conti di cui la nostra comunità non ha certo bisogno.
Prima di essere forzisti noi siamo anzitutto berlusconiani: ed il nostro leader ha sempre lavorato per l'armonia, la coesione, l'unità. I giovani sono da sempre il motore azzurro e sono certo che la loro presenza continuerà ad essere ampiamente valorizzata».
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