La situazione è grave. E soprattutto in continua evoluzione. Non è il momento dello scontro politico. Ci vuole unità nazionale. Bisogna mettersi tutti a remare nella stessa direzione, non per il bene di un governo ma di un Paese. Antonio Tajani, numero due di Forza Italia, smorza i toni delle polemiche che giovedì hanno infiammato il dibattito parlamentare (sia alla Camera che al Senato). «Noi più che dare la nostra disponibilità per il bene del Paese, abbassare i toni, avvertire del pericolo anche rispetto alle rivolte sociali che possono esplodere da un momento all'altro, ascoltare le categorie, che altro dobbiamo fare?».
Intervistato dal Correre della Sera, l'esponente azzurro propone una ricetta semplice: nessuna intelligenza col nemico, però adesso nessuno può considerarsi nemico di nessuno. «Mettiamoci attorno a un tavolo - propone Tajani - e, adesso che siamo in sessione di Bilancio, scriviamo assieme la legge». Secondo l'esponente di Forza Italia, «la situazione sta precipitando» e quindi occorre decidere «le priorità per il Paese, la destinazione dei fondi, gli aiuti da accordare, come utilizzare le risorse» per impedire «assieme che la seconda e temo la terza ondata del virus facciano danni devastanti».
Mentre il Pd litiga al suo interno tra chi vuole una verifica di governo e chi difende ad oltranza il lavoro di Conte, all'opposizione si interessano delle sorti del Paese e viene chiesto un cambio di passo. «La proposta di Tajani spazza via qualunque alibi - spiega Andrea Mandelli, capogruppo di Forza Italia in Commissione bilancio di Montecitorio -: una legge di bilancio condivisa sin dalla sua redazione. In Commissione e in Aula si può impostare un percorso condiviso che parta dall'ascolto delle categorie e delle parti sociali per scrivere una manovra davvero capace di sostenere l'economia evitando di continuare ad accumulare debito senza risolvere i problemi».
Ma non è solo una questione di Bilancio. «Il governo è in affanno - nota l'azzurro Marco Marin - La realtà a cui assistiamo tutti i giorni dimostra che nel governo la confusione regna sovrana. L'esatto contrario di quello che servirebbe: un governo che semini certezze e non dubbi. Conte deve fare due cose: dar vita a un pool di scienziati tra chi è stato in prima linea nel reggere l'urto della prima ondata, senza passerelle mediatiche tipo Villa Pamphilj, e contemporaneamente aprire un vero tavolo con l'opposizione per permettere all'Italia di ritrovare la strada giusta. Un tavolo di confronto, senza nessuna ambiguità che noi per primi non vogliamo».
Anche Giorgia Meloni chiede a Conte un cambio di atteggiamento. «Con il suo ultimo Dpcm - afferma la leader di Fratelli d'Italia - l'esecutivo condanna a morte interi settori produttivi e filiere e mette a rischio milioni di posti di lavoro: ristorazione, sport, mondo dello spettacolo e turismo sono in ginocchio. Categorie e lavoratori delusi, disperati e arrabbiati che chiedono solo di lavorare e ai quali Fratelli d'Italia sta dando voce con un presidio permanente a pochi passi dal Parlamento».
La Meloni esorta Conte e i suoi ministri all'ascolto non soltanto delle opposizioni ma anche a raccogliere la «disperazione di categorie e persone che chiedono provvedimenti seri e immediati, non l'ennesimo bonus del decreto ristoro».
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