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Alla fiera della fertilità consigli per gli acquisti. "Se non diventi mamma ti rimborsiamo i soldi"

Lega e Fdi contro l'evento: "È un chiaro aggiramento della legge italiana"

Alla fiera della fertilità consigli per gli acquisti. "Se non diventi mamma ti rimborsiamo i soldi"

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Alla fiera della fertilità consigli per gli acquisti "Se non diventi mamma ti rimborsiamo i soldi"

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«Ti assicuriamo che diventerai mamma o ti rimborsiamo il denaro». E ancora: «Trova il donatore giusto per la tua famiglia nella nostra lista online gratuita». Sono alcuni dei messaggi promozionali nel padiglione di via Mecenate a Milano che ospita «Wish for a baby», primo evento in Italia dedicato alla fertilità. Ufficialmente, assicurano gli organizzatori, non si discute di maternità surrogata, pratica vietata in Italia: «Non parleremo di utero in affitto. Non abbiamo mai pensato a un evento fuori da quello che la legge permette» dice Maria Chiara Graziano, portavoce e pr dell'iniziativa. Il sospetto, però, è che la fiera possa servire a individuare potenziali clienti per la maternità surrogata - nonostante il divieto di pubblicizzarla - da indirizzare verso altri Paesi dove è consentita. Timori «fondati» per Fratelli d'Italia che con parlamentari e consiglieri entra per visitare gli stand, circa una quindicina, soffermandosi sulla postazione di Cryos, una banca del seme che spedisce in tutto il mondo. Sulla brochure invita a ordinare direttamente online scegliendo da un catalogo la foto del donatore e richiedere il suo seme in esclusiva. Gli esponenti di FdI denunciano che sul sito web dell'azienda c'è un listino di ovuli e gameti in cui «è singolare che vi sia un prezzario Iva inclusa, indirizzato al mercato italiano - dice Grazia Di Maggio - Una commercializzazione vietata dalla legge 40 del 2004». All'ingresso anche la Lega «per dire no a donne considerate come meri uteri - accusa Deborah Giovanati - Non c'è nessun diritto di essere genitori, semmai c'è il diritto dei bambini ad avere una famiglia». Portando l'esempio di alcune donne che nel registrarsi all'evento avevano chiesto se si sarebbe parlato anche di utero in affitto. Nonostante la risposta negativa, veniva comunque allegato un link di società partner estere a cui rivolgersi. «Un chiaro aggiramento della nostra legge». Versione confermata anche dalla giornalista attivista Marina Terragni che ha sottolineato come una persona della «Rete per l'inviolabilità del corpo femminile» abbia ottenuto insieme al suo compagno indicazioni e contatti per avviare una Gpa.

Non molti i presenti, per lo più coppie etero, che oltre agli stand possono assistere a conferenze su ovodonazione e fertilità. Trattamenti da 4mila a 17mila euro, come nel caso del «soddisfatto o rimborsato» di un'azienda spagnola. «Non siamo interessati alla maternità surrogata - raccontano Fabio e la moglie - ma ben vengano queste fiere. Abbiamo tentato con la fecondazione assistita, ma niente: non siamo seguiti in maniera personalizzata». Stesso problema per un'altra coppia: «Abbiamo fatto tre tentativi, ma niente risultati - spiega Francesca - Ogni volta una dottoressa diversa e venivamo trattati come bestiame, ma non sono d'accordo con la maternità surrogata». Critiche anche le femministe: «Qui c'è stata una manipolazione del linguaggio - attacca Roberta Trucco - non curano l'infertilità, ma creano un prodotto.

È una vergogna che a Milano succedano cose del genere».

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