Coronavirus

Fiera Milano, Bergamo e San Raffaele. Via libera ai tre "centri di riserva" Covid

Presentato il piano di riordino degli ospedali chiesto da Roma. In Lombardia 1.798 posti in caso di recrudescenze dell'epidemia

Fiera Milano, Bergamo e San Raffaele. Via libera ai tre "centri di riserva" Covid

Primo via libera al piano di riordino degli ospedali lombardi, che mette a regime - in vista di eventuali «recrudescenze» - i centri «di riserva» allestiti nelle Fiere di Milano e Bergamo e al San Raffaele.

In Regione si attendono riscontri formali, ma da Roma a Palazzo Lombardia filtra un giudizio positivo sul progetto elaborato per «fronteggiare le emergenze pandemiche come quella da Covid19». Approvato mercoledì dalla giunta, giovedì il piano è stato inviato al ministero e i riscontri sono incoraggianti: la Regione ha inserito i parametri nel sistema ministeriale e la risposta è positiva. D'altra parte lo strumento regionale è stato messo a punto rispondendo proprio alle indicazioni che il governo ha dato col decreto «Rilancio» e con le linee guida ministeriali. In base a un parametro oggettivo - la popolazione residente - alla Lombardia è stata imposta una dotazione di 1.446 posti letto di terapia intensiva e una riqualificazione di altri 704 letti di terapia semi intensiva, almeno la metà dei quali (352) in grado di poter essere tempestivamente riconvertiti in letti di terapia intensiva (in tutto 1.798). Nelle 26 pagine di piano si prevede dettagliatamente questo potenziamento, con tanto di risorse necessarie. Il programma complessivo di riorganizzazione ospedaliera richiederà un investimento da 225 milioni, mentre per le terapie intensive di parla di 96 milioni. E oltre al rafforzamento delle strutture terapeutiche, nella programmazione è compresa anche la realizzazione di una nuova centrale operativa di emergenza-urgenza in un padiglione da ristrutturare all'ospedale di Niguarda.

Nella prima parte, lo studio ripercorre l'emergenza, descrivendo la riorganizzazione d'urgenza della sanità lombarda. In un passaggio chiave, emerge che ai primi di marzo «la proiezione dei dati che si ricavavano dalla curva epidemica in continua ed esponenziale crescita», faceva «fortemente prevedere» una necessità di posti letto superiore a quella possibile. Il piano ricostruisce quella drammatica fase: la richiesta di nuovi posti inoltrata il 9 marzo dal governatore e la risposta del ministero che «poteva di fatto assicurare solamente la fornitura di attrezzature». Così - si legge - a Milano fu acquisita la disponibilità di Fondazione Fiera e la proposta - si legge- fu «oggetto di apprezzamento» da parte del commissario Arcuri. Il 31 marzo risulta essere la data del picco di occupazione degli ospedali, con 1.550 posti di terapia intensiva occupati Covid su 1.755 totali. E proprio quel giorno fu presentato l'ospedale d'emergenza ultimato a Milano, grazie al contributo di tanti.

Ora, in vista di possibili nuove ondate, si conta su questi centri e su quello del San Raffaele «per «interferire il meno possibile con le attività della rete ospedaliera regionale in caso di recrudescenza dell'epidemia». La Regione ritiene che siano «una importante opportunità» per «ogni eventuale esigenza emergenziale per l'intera Nazione».

Il governo anche, a quanto pare.

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