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Figli e coppie gay, la Consulta: "La politica scriva una legge"

Gli ermellini: tutelare i bimbi nati da due donne e riconoscere a entrambi i genitori pari diritti

Figli e coppie gay, la Consulta: "La politica scriva una legge"

Tutelare i bambini figli di genitori dello stesso sesso, riconoscere i figli delle coppie lesbiche e gay, proprio per evitare di creare discriminazioni nei confronti dei più deboli. Una tutela sia per quelli nati in Italia dalle coppie di donne grazie alla fecondazione eterologa, sia i bambini figli di due uomini nati all'estero grazie a maternità surrogata. L'urgenza di una legge arriva da due sentenze della Corte costituzionale emesse il 28 gennaio e di cui ieri sono state pubblicate le motivazioni. In entrambi i casi i giudici hanno dichiarato inammissibili le questioni loro rivolte, ma hanno dato anche indicazioni chiare sulla necessità di tutelare i diritti dei bimbi nati dalle coppie dello stesso sesso che tuttora l'Italia uno dei pochi Paesi in Europa non riconosce. In particolare la Consulta afferma che la cosiddetta stepchild adotpion non basta come riconoscimento perché è troppo debole. I giudici costituzionali spiegano che serve un riconoscimento più forte, che renda i figli delle coppie dello stesso sesso uguali a tutti gli altri bambini, riconoscendo il loro diritto ad avere due genitori a pieno titolo.

Nel caso delle coppie di donne lesbiche che hanno figli in Italia, la Corte costituzionale ha mandato un vero e proprio avvertimento alla politica: il grave vuoto di tutela dell'interesse dei minori non sarà più tollerabile se si protrarrà «l'inerzia del legislatore». Nella sentenza n. 32 depositata ieri la Corte ha affermato che spetta prioritariamente al legislatore individuare il «ragionevole punto di equilibrio tra i diversi beni costituzionali coinvolti, nel rispetto della dignità della persona umana», per fornire, in maniera organica, adeguata tutela ai diritti del minore «alla cura, all'educazione, all'istruzione, al mantenimento, alla successione e, più in generale, alla continuità e al conforto di abitudini condivise», evitando di generare disarmonie nel sistema, cioè evitando di creare bambini di serie A e bambini di serie B.

La sentenza, come si legge sul Corriere, si riferisce alla vicenda di Valentina, una donna di Padova patrocinata dal legale Alexander Schuster, che ha avuto due gemelle con la ex compagna. Le due donne hanno deciso insieme di diventare madri con la fecondazione eterologa fatta all'estero, ma le bambine in Italia sono state riconosciute come figlie della sola partoriente. Quando quest'ultima, dopo aver lasciato Valentina, ha voluta farla sparire dalla vita delle bambine, ha potuto farlo senza problemi. Valentina si è allora rivolta al Tribunale di Padova per chiedere il riconoscimento legale del suo legame con le gemelle. E i giudici di Padova si erano rivolti alla Consulta denunciando il vuoto di tutela.

I giudici dunque chiedono alla politica di riconoscere la «genitorialità sociale», anche quando non coincide con quella biologica, poiché i legami biologici non sono un requisito imprescindibile della famiglia.

«Oggi sono state depositate due decisioni molto importanti della Corte Costituzionale, che riguardano i bambini delle famiglie omogenitoriali, una composta da due mamme, l'altra da due papà.

Per il Parlamento un nuovo invito ad uscire dall'imbarazzo di non essere ancora riuscito a tutelare i diritti dei bambini delle famiglie omogenitoriali», è il commento dell'avvocato Filomena Gallo, Segretario dell'Associazione Luca Coscioni e di Leonardo Monaco Segretario Associazione Certi Diritti.

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