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Figuracce e veleni: il pancione divide il Palazzo

Salvini esulta ma alla Madia incinta riservò parole dure. Luxuria: «Ci sta marciando...»

Figuracce e veleni: il pancione divide il Palazzo

Roma L'annuncio della sua candidatura alla vetta del Campidoglio Giorgia Meloni lo fa usando il simbolismo romano caro alla sua destra. Sotto la cupola del Pantheon, dopo aver spiegato che la sua «scelta d'amore» punta a recuperare «l'orgoglio di dire civis romanus sum», ecco che ricorda l'emblema scelto dall'Urbe: una lupa che allatta due gemelli.

Il travaglio politico è finito, quello materno l'aspetta ad agosto e la leader di Fdi ha capito che la polemica sulla sua gravidanza le può attirare la simpatia di molti. Così, sfodera tutto il suo femminismo destrorso: «Una donna deve scegliere liberamente, nessun uomo può dirle cosa può o non può fare». Ammette che avrebbe preferito godersi «i mesi della gravidanza, i più belli per una donna», ma farà campagna elettorale «con i tempi di una mamma», senza stancarsi troppo. Con l'obiettivo di vincere, anche frantumando il centrodestra.

Qualcuno le ha già affibbiato il titolo di «Mamma Roma», paragonandola alla Magnani del film pasoliniano degli anni '60, lei preferisce presentarsi come la Lupa e fa venire alla mente anche la vorace protagonista di una novella di Verga. Magari, invidia la ministra Beatrice Lorenzin che ha dato alla luce due gemelli. «La gravidanza? Mi sa che questa ci marcia», sospetta Vladimir Luxuria.

«Signora Meloni» la chiama con distacco Silvio Berlusconi, amareggiato dal tradimento del suo candidato Guido Bertolaso. E l'avverte: «Sa benissimo che non ha nessuna possibilità di diventare sindaco». Liquida la diatriba sul pancione, l'ex Cav, come «una stupidaggine del teatrino della politica». Poi, allarga le braccia e conclude: «Le donne fanno sempre quello che dicono loro». Anche dentro Fi, come Daniela Santanchè: «Berlusconi è un maschio e come tutti gli uomini devono stare zitti sulla maternità. Ha sbagliato. Solo una madre può decidere se se la sente di fare una cosa».

A sostenere la candidata-mamma c'è Matteo Salvini, più gasato che mai. Ma da sinistra rinfacciano al leader leghista un femminismo peloso. La dem Alessia Morani gli ricorda quando attaccava Marianna Madia, dicendo che non poteva fare il ministro e riformare la pubblica amministrazione «perché incinta». La sua collega di partito Camilla Fabbri aggiunge le battute su Boldrini e Moretti, «solo per dirne alcune, ora tutte dimenticate per convenienza». Si sfregano le mani e solidarizzano con la Meloni gli altri candidati. «Farà campagna elettorale in due, quindi sarà più forte», scherza il Pd Roberto Giachetti. «Solo a noi donne chiedono quando cerchiamo un lavoro:Come farà visto che è mamma?», si lamenta la grillina Virginia Raggi. E Alfio Marchini loda la «scelta coraggiosa» della leader di Fdi.

Intanto, spuntano da ogni arte donne dal ruolo politico che hanno o hanno avuto il pancione, per raccontare come l'hanno portato con orgoglio.

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