Quel filo che lega Netanyahu e Trump

La presa di posizione di Trump è intrusiva negli affari d'Israele ma non c'è niente di nuovo: basta pensare a Biden che sanziona i coloni in base a criteri suoi o minaccia coi suoi "don't" la strategia per battere Hamas

Quel filo che lega Netanyahu e Trump
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Allarghiamo lo sguardo: è la prima linea del tweet folgorante di Donald Trump in difesa di Benjamin Netanyahu che spiega tutto.

Ma come? Lo Stato d'Israele "che ha avuto uno dei suoi più grandi momenti guidato da Netanyahu, continua la ridicola caccia alle streghe contro il primo ministro? Il processo deve essere cancellato, lasciategli fare il suo lavoro di grande leader che porterà il mondo, con me, alla pace". Trump spiega il rischio preso da lui e Bibi che si sono "avventurati nell'inferno" per combattere l'Iran, e di come il premier lo abbia fatto con un valore e intelligenza. Sullo sfondo, la scena pazzesca del continuo entrare e uscire, tre volte a settimana, di Netanyahu dal tribunale cui è stato costretto sulla base di accuse circonvolute mentre prendeva decisioni basilari per la vita d'Israele e del Medioriente.

La presa di posizione di Trump è intrusiva negli affari d'Israele ma non c'è niente di nuovo: basta pensare a Biden che sanziona i coloni in base a criteri suoi o minaccia coi suoi "don't" la strategia per battere Hamas. Più volte americani e israeliani se le sono cantate, persino due giorni fa Trump ha lanciato esclamazioni irritate e irrituali contro Bibi ("what a fuck Iran and Israel are doing") quando gli F15 si sono di nuovo alzati in volo dopo la tregua dichiarata da lui stesso. Trump sa la storia: Menahem Begin colpi il reattore nucleare di Saddam dopo la proibizione di Reagan, Ehud Olmert ha lanciato il suo attacco sul reattore siriano dopo il no di Bush. Invece Netanyahu ha lavorato, colpito, atteso l'amico all'ombra di un rapporto che poi si è concretizzato in un attacco comune, persuadendo con l'aiuto di Ron Dermer gli Usa che sarebbe stata un successo.

Bene: adesso il prossimo successo secondo Trump e Netanyahu è mondiale, disegna una pace che però non verrà se anche Gaza non rientra nel quadro per cui l'insieme del Medioriente che tripudia perché gli ayatollah sono stati battuti, non potrà vedere la sconfitta di Hamas, la liberazione degli ostaggi.

Trump ha bisogno della leadership di Netanyahu, libero da quel marchingegno dei sigari e dello champagne che vuole farne un'anatra zoppa.

Trump ha bisogno di Netanyahu, Netanyahu di Trump, il mondo della pace. Non legategli le mani.

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