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Finalmente un imam si ribella: «Troppi islamici complici»

Si dimette il numero due dei religiosi musulmani in Francia Ma fra i fedeli c'è però chi festeggia e scherza sul massacro

«N izza è la tomba dell'Islam, abbiamo imboccato la strada del non ritorno». Parola di Hocine Drouiche, imam di Nimes e vicepresidente degli imam francesi. Anzi, ex vicepresidente, perché ieri Drouiche, creando un precedente che non passerà inosservato, si è dimesso, prendendo le distanze dal mondo musulmano transalpino. Il professore di scienze politiche di origini algerine, candidato alla carica di rettore della Grande moschea di Parigi, ha abbandonato ogni carica pubblica in seno alla comunità in polemica con tutti quegli imam e predicatori che non hanno speso una sola parola per denunciare la strage di Nizza. Ultimo atto di un atteggiamento omertoso che risale fin dai fatti di Charlie Hebdo per approdare alla mattanza di Parigi del 13 novembre scorso. «Ormai non si può più distinguere tra islam ed islamismo. Mi dimetto per protestare contro il silenzio di molti imam che, di fronte al terrorismo islamista, non fanno nulla per la pace sociale e che non la smettono di ripetere che l'estremismo non esiste, e che è prodotto dai mass media», si può leggere sul suo profilo Facebook. L'affondo di Drouiche è destinato a lasciare il segno. Senza troppi giri di parole definisce il mondo musulmano occidentale «incompetente», denunciando i suoi colleghi imam «di vergognoso immobilismo». È un j'accuse che farà discutere, e lo si evince soprattutto nel passaggio in cui, con una certa rassegnazione, rivela che i dotti del Corano «nelle loro prediche del venerdì hanno discusso di argomenti che non hanno nulla a che fare con l'attentato. Il loro ruolo dovrebbe essere quello di combattere l'odio e l'integralismo religioso, ma purtroppo non è così. Si nasconde la testa sotto la sabbia e si sposta la discussione su questioni di scarsa importanza». I terribili avvenimenti di Nizza hanno messo a dura prova la tenuta della comunità globale dei musulmani. Non più tardi di quattro giorni fa lo stesso Drouiche aveva denunciato in un'intervista la crisi dell'islam, «sempre più grave e complicata. Tra sciiti, sunniti, salafiti, Fratelli musulmani, l'islam politico e il jihadismo, decine di migliaia di giovani musulmani non trovano più la razionalità e la capacità di adattarsi ai tempi moderni. L'islam politico ha trasformato l'islam della vita e della speranza in un'ideologia di morte e di attentati».

Purtroppo l'omertà e le connivenze con frange terroristiche di parte della comunità musulmana francese hanno frantumato ogni proposito positivo dell'imam di Nimes. Il religioso invoca «una riforma dottrinale dell'islam per non perdere l'ultima possibilità di una pace mondiale». Una pace che si allontana sempre più. E mentre i seguaci del Califfato Islamico gioiscono in rete prima ancora di una rivendicazione ufficiale da parte di Al Baghdadi, sui social c'è chi si dedica all'umorismo macabro. Un tweet recita «fireworks at the wrong time», ovvero «fuochi d'artificio nel momento sbagliato». Un altro invece è imbevuto del peggior cinismo possibile: «Corpi dappertutto a Nizza? Scena familiare? No? Vuol dire che non prestate attenzione quando vengono bombardati i musulmani». Senza dimenticare tutti quelli, purtroppo con nomi arabi, che sui social hanno postato la frase «salade nicoise», giocando sul nome della celebre insalata per indicare mescolanza sì, ma non di ingredienti, bensì di corpi inanimati sulla Promenade.

Agli antipodi rispetto al pensiero dei moderati come Drouiche, che nel corso di un suo intervento lo scorso anno al Parlamento Europeo di Bruxelles aveva ricordato come nel 2014, «durante una manifestazione pro-palestinese si era sentito gridare morte agli ebrei.

E nessun rappresentante dell'islam in Francia si era per questo indignato. Ciò significa che la nostra religione si sta allontanando sempre più dall'umanesimo, dall'apertura e dalla tolleranza. Sì, lo ripeto. Nizza davvero può diventare il capolinea dell'islam».

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