La fine dei giochi di prestigio

Cosa manca alla politica italiana che motivi la gente ad andare alle urne? La percezione più elementare che muove alla politica: la convinzione di andare a votare per se stessi

Cosa manca alla politica italiana che motivi la gente ad andare alle urne? La percezione più elementare che muove alla politica: la convinzione di andare a votare per se stessi. Cioè per i propri interessi, nei gradini più bassi, per la propria storia, nei piani intermedi, per i propri ideali, nei gradi più alti.

Oggi invece si va a votare l'istrione di turno. Basta che uno riesca bene in tv, si faccia capire e dica quel che vogliono sentirsi dire gli spettatori e nasce un leader. Ma la parabola è breve perché poi le parole e le facce stufano. Bisogna allora avere il coraggio di dire che l'epoca del partito personale è finita. Dicevano di Berlusconi, ma poi è stata una processione di partiti personali: Grillo, Renzi, Salvini, più altri minori. Sbuca, spopola in tv, ma poi l'incantesimo quanto dura? Il tempo per dimostrare che da solo non basta, che le parole non bastano, che cum battute non si governano li stati...

C'è bisogno di qualcosa che indichi una provenienza storica, un'idea di riferimento, un curriculum, un gruppo dirigente e un disegno per il futuro. Se una tendenza cresce in tutta Europa è quella che premia i movimenti sovranisti e nazional-europei.

Lasciate stare il giudizio che nutrite, fermatevi a cogliere il filo conduttore: si richiamano a una storia comune e a una

civiltà in pericolo, si riferiscono a un popolo e alla loro vita reale, indicano chi è l'antagonista da battere... Il cilindro televisivo ha sfornato dal nulla fin troppi conigli, ora i giochi di prestigio non bastano più.

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