Finisce l'autoesilio di Sala: "Torno a fare il sindaco"

«Certo della mia innocenza». Mister Expo revoca la sospensione. Renzi e Gentiloni lo ringraziano

Finisce l'autoesilio di Sala: "Torno a fare il sindaco"

La «recita di Natale» di Beppe Sala (copyright 5 Stelle, non hanno perso la voglia di scherzare) è durata cinque giorni. Dopo l'«autosospensione» annunciata venerdì scorso per «fare chiarezza» sull'inchiesta sulla Piastra di Expo che lo vede coinvolto per falso ideologico, ieri il sindaco di Milano è tornato a bordo, anche se con poche certezze in più rispetto a quelle che aveva in partenza. Non sarà interrogato prima della pausa per le feste in tribunale. Ma ieri con un lungo post su Facebook ha annunciato ai «cari concittadini»: «Torno a fare il sindaco, certo della mia innocenza verso un'accusa che non costituisce un condizionamento della mia attività. Le verifiche svolte dai miei legali in queste intense giornate hanno chiarito sufficientemente il merito dell'indagine e l'inesistenza di altri capi di imputazione». Prima di rientrare in auto a Palazzo Marino intorno alle 13.30 e incontrare la giunta, Sala ha ricevuto nel suo appartamento a Brera l'avvocato Salvatore Scuto per un ultimo confronto. Il legale aveva depositato in tribunale la richiesta del «certificato delle iscrizioni nel registro delle notizie di reato», che consente di conoscere se ci sono altre inchieste a proprio carico aperte, e almeno ad oggi (non è garanzia per il futuro) non risultano pendenze. Da qui il messaggio ai milanesi in cui ha ripercorso dall'inizio la vicenda, criticando il metodo della magistratura: giovedì sera sottolinea «ho appreso da fonti giornalistiche di essere stato iscritto nel registro degli indagati dalla Procura» che «ha ritenuto di dover ulteriormente indagare su fatti già oggetto di anni di inchieste e per i quali era stata già formulata richiesta di archiviazione. Nessuna comunicazione ufficiale mi era stata fatta al riguardo, nessun avviso di garanzia notificato, non avevo nessuna informazione in merito alle ipotesi accusatorie». Avrei «potuto limitarmi - prosegue - a una risposta normale e un po' scontata, di fiducia nell'operato della magistratura ma non credo che le cose si debbano sempre risolvere così. Ho fiducia nella magistratura, certo. Ma non posso negare il mio stupore nell'aver appreso la notizia dalla stampa. Dobbiamo fare uno sforzo per non considerare la cosa normale. Non lo è se riguarda un cittadino e non lo è se riguarda il sindaco di Milano, con le responsabilità che porta verso la collettività». Difende quindi la scelta «irrituale» di autosospendersi perché «un amministratore ha nell'integrità morale l'elemento insostituibile della propria credibilità». Ho agito sempre ripete «nell'unico interesse di portare Expo al successo, so di non aver mai goduto di nulla che non fosse il mio regolare stipendio e di non aver mai usato i poteri per favorire qualcuno».

Alla giunta ha confermato «l'apprezzamento per la lettera-appello dei 400 sindaci a rientrare», si è informato del Comitato per la sicurezza convocato la mattina dal prefetto dopo l'attentato a Berlino, poi ha portato la solidarietà del Comune al console generale aggiunto di Germania a Milano, Peter von Wesendonk.

Oggi riferirà in Consiglio comunale e ha ri-confermato che sarà alla Basilica della Natività a Betlemme la vigilia di Natale. Lo hanno chiamato il premier Paolo Gentiloni e il segretario Pd Matteo Renzi. Quello della Lega Matteo Salvini affonda: «Ha scherzato 5 giorni, si è autoassolto, ma aspettiamo ancora di sapere che debiti ci ha lasciato Expo».

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