L'efficienza della giustizia rappresenta sicuramente un valore economico per le imprese italiane. Ma la macchina burocratica dei tribunali continua a procedere a passo troppo lento e a rappresentare un fattore frenante nella competizione con i Paesi più industrializzati.
La fotografia di una giustizia lumaca o zavorra arriva questa volta dall'indagine realizzata da Lexjus Sinacta, associazione professionale nazionale di avvocati e dottori commercialisti, in collaborazione con l'Istituto Tagliacarne per l'edizione 2017 del Focus pmi. I numeri parlano chiaro. A fronte di una durata media stimata di un procedimento civile in primo grado di circa 240 giorni nei Paesi Ocse, si contano 107 giorni in Giappone e 564 in Italia (il Paese con la durata maggiore). Il tempo medio per la conclusione di un procedimento in tre gradi di giudizio risulta pari a 788 giorni (368 giorni in Svizzera) con un massimo di quasi 8 anni in Italia.
Dall'indagine secondo le imprese italiane le inefficienze della giustizia si riverberano principalmente nella difficoltà di recupero di liquidità (55% dei casi), nell'accesso al credito (41,7%) e nella gestione del personale (19,5%). I settori di committenza pubblica ove si scontano le principali inefficienze sono, per le imprese intervistate, la sanità (60,8%) e l'istruzione (30,8%), evidentemente in ragione dell'entità della spesa che origina da tali comparti. Per contro, i settori di mercato presso cui le imprese scontano le principali inefficienze sono il commercio (27,9%), il manifatturiero (26,1%), l'artigianato (25,8%) e l'edilizia privata (23,1%).
Le imprese che più scontano le inefficienze sono le ditte individuali (61%), evidentemente in ragione della mancanza al proprio interno di figure professionali utili (il che si traduce direttamente in oneri aggiuntivi e ritardo dei tempi di produzione), seguite dalle società di persone (31,5%) che, con ogni probabilità, scontano i medesimi problemi.
A livello territoriale, le aree più critiche sono la Campania (19,1%), la Sicilia (16,5%) e la Calabria (16,1%). Tra le fattispecie riguardanti l'amministrazione della Giustizia che ritardano l'attività economica, le imprese italiane ritengono, nel 56,9% dei casi, che i tempi dei procedimenti costituiscano il vulnus principale, per lo più per le imprese del Veneto (62%) e della Campania (61,4%), per quelle di maggior dimensione (50 addetti ed oltre: 64,5%), per quelle internazionalizzate (59,1%) e per quelle che investono (61,4%).
Al di là dei tempi della giustizia, la corruzione (35,7%) e una legislazione poco chiara (29,5%) sono le fattispecie che impattano maggiormente sull'attività di impresa.
A tali elementi va poi aggiunto quello degli oneri del sistema giudiziario (17%), fattore di non poco conto se si tiene in considerazione l'ingessamento di liquidità derivante dai tempi lunghi. Industria e costruzioni i settori dove questa fattispecie viene sentita maggiormente.
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