Guerra in Ucraina

Finta telefonata alla Meloni Ma soltanto l'opposizione prende lo scherzo sul serio

Due comici russi si spacciano per un leader africano e chiedono dell'Ucraina. La premier: "L'ha organizzata l'ufficio diplomatico. Ho capito che qualcosa non andava"

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Che si tratti di un atto di guerra ibrida, orchestrato attraverso una collaborazione diretta con i servizi russi, oppure di un semplice «scherzo» gradito al governo di Mosca, è questione da stabilire.

Quel che è certo è che l'Ufficio del consigliere diplomatico di Palazzo Chigi è stato tratto in inganno al telefono da un personaggio che è riuscito a spacciarsi come presidente dell'Unione Africana e a farsi passare al telefono Giorgia Meloni. Una sortita che si è scoperto poi essere stata orchestrata da due comici russi. Il tentativo era quello di farle sconfessare la linea di piena collaborazione con Kiev adottata dal governo italiano. Ma come sottolineano fonti di Palazzo Chigi «la premier ha ribadito nella sostanza le posizioni assunte dal governo, pur nei toni consueti di estrema cortesia formale che si tengono in interlocuzioni con rappresentanti istituzionali stranieri e ha confermato il pieno sostegno all'Ucraina».

La stessa Giorgia Meloni, parlando ai suoi spiega: «Se l'ufficio diplomatico organizza una telefonata che mi passa il centralino di Chigi io devo darla per buona. Anche se al tempo avevo detto che secondo me qualcosa non funzionava perché i toni del mio interlocutore non erano consoni. Nel merito ho ribadito la posizione che tutti conoscono: siamo con l'Ucraina, siamo consapevoli che l'opinione pubblica è provata dalle conseguenze del conflitto, cerchiamo una pace giusta. Sul resto bisognerà andare a fondo su come sia potuto accadere. Come si sa non sono stata la prima e forse non sarò l'ultima, ma non deve accadere di nuovo e non accadrà».

Da parte dell'Ufficio del Consigliere diplomatico, guidato da Francesco Talò, 65 anni di cui 39 in diplomazia, già rappresentante permanente presso la Nato, non si nasconde «il rammarico per essere stato tratto in inganno da un impostore il 18 settembre nel contesto dell'intenso impegno sviluppato in quelle ore per rafforzare i rapporti con i leader africani». Giovanbattista Fazzolari sostiene, invece, che «dietro la trappola ci sarebbe il nervosismo di Mosca per l'andamento della guerra. La propaganda russa è disperata per il catastrofico andamento della cosiddetta operazione speciale».

Nella telefonata, postata sulla piattaforma online Rumble e ripresa dall'agenzia russa Ria Novosti - Giorgia Meloni ammette che «c'è molta stanchezza da tutte le parti» sul conflitto in Ucraina e «si avvicina il momento in cui tutti capiranno che abbiamo bisogno di una via d'uscita». «Il problema è trovare una via d'uscita accettabile per entrambe le parti senza distruggere la legge internazionale. Ho alcune idee su come gestire questa situazione, ma aspetto il momento giusto per metterle sul tavolo». «La controffensiva dell'Ucraina non sta andando come ci si aspettava, tutti capiscono che potrebbe durare anni se non cerchiamo di trovare una soluzione». Gli ucraini stanno facendo quello che devono fare, quello che è giusto fare, e noi cerchiamo di aiutarli.

L'episodio scatena le polemiche dell'opposizione, non tanto sui contenuti della conversazione quanto per la facilità con cui i russi sono riusciti a parlare con la Presidenza del Consiglio.

Matteo Renzi attacca: «Meloni deve farsi aiutare. Se questo è il livello della sua squadra, proprio non ci siamo. E basta dar sempre la colpa a qualcun altro». Andrea Orlando del Pd sottolinea che «evidentemente il suo staff è stato bucato. Ci si aspetterebbero provvedimenti conseguenti». E se la pentastellata Federica Onori prepara una interrogazione parlamentare sull'accaduto, Giuseppe Conte parla di «figuraccia planetaria».

e legge nelle parole della Meloni la conferma dell'esigenza della ricerca di una via d'uscita negoziale.

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