Che la realizzazione della tramvia a Firenze sia tutta da ridere (per non piangere) si sa da tempo. Sono almeno 15 anni che si parla di linee tramviarie (dismesse nel 1958 dopo quasi un secolo di vita). Prima il sindaco Leonardo Domenici (1999-2009), poi Matteo Renzi (2009-2014) e adesso il violinista Dario Nardella, hanno trasformato la città più bella del mondo in una sorta di Bengasi a furia di sprechi, danni e inefficienze. Il traffico è impazzito e i cittadini pure. I cantieri creano quotidiani problemi alla vivibilità e alla mobilità; gli effetti ecologici sono incalcolabili; i costi superano clamorosamente quelli previsti; l'inefficienza di chi ci lavora oltre ai ritardi è insopportabile.
Ma siccome i fiorentini sono dei burloni e prendono sul ridere anche i peggiori incubi, hanno pensato di fare uno scherzo al sindaco pasticcione, riprendendo la frase che lui stesso osò pronunciare qualche anno fa, e apparsa su Reporter, mensile cittadino: «Tramvia pronta per il 14 febbraio 2018, scommetto una cena coi fiorentini». Ogni volta che prova a spacconare (imitando malamente il suo mentore Renzi), precipita in uscite infelici e scivoloni. Dal commento alla denuncia di stupro da parte delle studentesse statunitensi nei confronti dei due carabinieri, all'«Allah akbar» gridato per scherzo al collega di Venezia Luigi Brugnaro al Meeting di Cl, fino all'entusiasmo per il certificato d'eccellenza che Tripadvisor, sì Tripadvisor, ha assegnato ai musei di Firenze, manco fossero un bed & breakfast di famiglia.
Ma la rete lo castiga. «Nardella, ora ci offri la cena», è il grido dei 3.600 fiorentini che hanno già aderito all'evento su Facebook «La cena di Nardella». L'ideatore, Gianluca Bertelli, rivendica la sconfitta del sindaco (visto che per il 14 febbraio la linea 2 della tramvia non sarà mai pronta) e, così, ha organizzato, per il giorno successivo, il 15 febbraio, questa cena (immaginaria). «Come promesso il sindaco Nardella ha perso la scommessa e, quindi, essendo un uomo di parola come il suo capo, offre la cena a tutti i fiorentini», l'annuncio della serata. Un luogo perfetto, Palazzo Vecchio, sala del Giglio. Un menu raffinato: «Antipasti del Südtirol alla Bosken», come primo «Inciuci alla rignanese» e per secondo «Fritturina alla De Luca». Per dolce una «Torta divisa alla Etruria».
I fiorentini fanno bene a scherzarci su. L'alternativa sarebbe la rivolta se si pensa alla sciatteria dei progetti, con la necessità di continui aggiustamenti in corso d'opera, ai ritardi, con ovvia lievitazione dei costi dei cantieri e agli enormi disagi per i cittadini. Cifre esorbitanti: 722 milioni di euro per tre linee (per appena 18,8 km). La linea 1 è costata 263 milioni per poco più di 7 km. La 2 e la 3, 459 milioni per poco meno di 12 km. Il costo medio al chilometro è di 37,5 milioni (quello europeo è di 7,5 milioni al km). Nemmeno Roma è riuscita a fare peggio: le ultime linee sono costate 22 milioni al km (già considerato uno spreco enorme).
A Firenze il tram costa, insomma, il 40% in più rispetto a Roma e il 500% rispetto ai paesi europei.Malgrado questo Nardella, senza aver ancora finito la linea 2 (dopo sei anni di lavori) annuncia: «Nel 2019 partiranno i lavori della linea 4». E si ricomincia da capo. Scommettiamo un'altra cena?
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