
Con la dichiarazione dei redditi 2025 si consolida una delle modifiche più significative introdotte dalla legge di Bilancio: il taglio alle detrazioni per i contribuenti con redditi medio-alti. Già dallo scorso anno, chi ha dichiarato un reddito imponibile superiore ai 50mila euro ha visto applicata una decurtazione automatica di 260 euro nella propria precompilata, in virtù della franchigia introdotta nel 2024 per restringere la portata della riforma Irpef. Dal 2025 però il sistema cambia ancora. Entra in vigore l'articolo 16-ter del Testo unico delle imposte sui redditi, che introduce un tetto massimo alle spese detraibili per i redditi superiori ai 75mila euro, con una struttura più articolata. Per chi ha un reddito compreso tra i 75mila e i 100mila euro, il limite complessivo di spesa detraibile è fissato a 14mila euro. Oltre i 100mila euro, il tetto scende a 8mila euro. Ma non è tutto: l'ammontare effettivo varia a seconda del coefficiente familiare, ovvero del numero di figli a carico. In base ai calcoli aggiornati, chi ha un reddito fino a 100.000 euro e nessun figlio potrà detrarre fino a un massimo di 7.000 euro, cifra che sale a 9.800 con un figlio, a 11.900 con due, fino a raggiungere i 14.000 euro per famiglie con almeno tre figli o con un figlio disabile. Per i redditi sopra i 100.000 euro, invece, il tetto massimo scende rispettivamente a 4.000 euro (senza figli), 5.600 euro (con un figlio), 6.800 euro (con due figli), fino agli 8.000 euro massimi per le famiglie numerose o con disabilità.
A chiarire il funzionamento del nuovo sistema è intervenuta l'Agenzia delle Entrate che ha fornito varie indicazioni operative. Innanzitutto, viene confermata la possibilità per il contribuente di scegliere liberamente quali spese far rientrare nel limite complessivo detraibile, privilegiando, ad esempio, quelle per ristrutturazioni edilizie, che prevedono una detrazione del 50%. La scelta va indicata nel quadro RP della dichiarazione dei redditi, e in assenza di specifiche indicazioni sarà l'Agenzia a considerare automaticamente quelle con l'aliquota più alta, procedendo poi in ordine decrescente. Le spese escluse dal nuovo tetto, e quindi sempre detraibili integralmente, sono quelle sanitarie, gli investimenti in start-up innovative, i premi assicurativi stipulati entro il 31 dicembre 2024, gli interessi sui mutui sottoscritti fino alla stessa data, e tutte le rate relative a spese sostenute entro il 2024, comprese quelle edilizie.
Nel pacchetto di novità fiscali per il 2025 rientrano anche le modifiche al trattamento di alcune spese specifiche. Ad esempio, per quanto riguarda le spese scolastiche, viene elevato da 800 a 1.000 euro il tetto massimo sul quale applicare la detrazione del 19% per ciascun figlio iscritto a scuole dell'infanzia, primarie e secondarie. Anche per i soggetti non vedenti è previsto un piccolo aumento della detrazione forfetaria per le spese di mantenimento del cane guida, che passa da 1.000 a 1.100 euro. Sul fronte casa, continuano a valere alcune agevolazioni ma con importanti ridimensionamenti: il Superbonus nel 2024 si riduce al 70%, da ripartire in 10 anni, e scompaiono sia lo sconto in fattura sia la cessione del credito. Il bonus barriere architettoniche resiste con una detrazione al 75%, mentre il bonus mobili scende a 5.000 euro di spesa massima, sempre con una detrazione del 50%. Più severo anche il bonus ristrutturazioni: nel 2024 resta al 50%, ma dal 2025 viene ristretto solo alle abitazioni principali, con la detrazione che si riduce al 36% per le altre tipologie di immobili.
Anche sugli affitti arrivano cambiamenti.
Il contribuente dovrà indicare obbligatoriamente il codice Cin per le locazioni brevi e la cedolare secca viene rimodulata. Per chi affitta una sola unità immobiliare resta l'aliquota del 21%, ma dal secondo immobile in poi sale al 26%, con un limite massimo di quattro. Chi supera questa soglia sarà obbligato ad aprire partita Iva.