Per Salvini non potrebbe esserci smacco peggiore di trovarsi a difendere il governo dai Sì Tav e dalla protesta del popolo delle partite Iva. Per Di Maio, sarebbe dura giustificare al Sud l'autonomismo settentrionale. E lo stallo, per una volta, non conviene a nessuno. La Lega non può permettersi che si apra un fronte nordista mentre sta compiendo la sua metamorfosi a partito nazionale. Per questo scenderà in piazza coi Sì Tav, sabato. Per questo sosterrà un eventuale referendum contro lo stesso governo di cui fa parte, e contro il contratto che ha firmato, nonostante sia teatro dell'assurdo.
Per questo Salvini sta rilanciando sull'autonomia di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. D'altra parte Di Maio sa benissimo che sul reddito di cittadinanza, che peserà soprattutto il Movimento si gioca gran parte della propria credibilità politica, elettorale e di visione del mondo.
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