La folle idea della Boschi. "Schediamo i giornalisti"

Bufera sull'esponente di Iv che propone l'obbligo per gli opinionisti di dichiarare le idee politiche. "Incostituzionale"

La folle idea della Boschi. "Schediamo i giornalisti"
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Pazza idea. In Vigilanza Rai spuntano le liste di proscrizione per i giornalisti. La strambata stavolta arriva dalla deputata di Italia Viva Maria Elena Boschi, che è anche vicepresidente della Commissione che vigila sul servizio pubblico. E, come prevedibile, la proposta viene bocciata da maggioranza e opposizione. Oltre che dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. La stretta sui giornalisti è contenuta in cinque emendamenti presentati dalla Boschi alla delibera della Vigilanza Rai chiamata ad adottare le disposizioni dell'Agcom in materia di par condicio durante la campagna elettorale per le europee. Iv propone che le opinioni dei giornalisti siano equiparate a quelle dei politici. La conseguenza è il bavaglio. Un bilancino in cui i cronisti e i commentatori che sostengono una posizione siano riequilibrati con altri colleghi che ne appoggiano un'altra. Ma come stabilire i parametri con cui decidere l'orientamento politico di un opinionista? Difficile, se non impossibile. Infatti per il Pd la proposta Boschi è «inattuabile». Lo dice il capogruppo dem in Vigilanza Stefano Graziano, che boccia gli emendamenti renziani: «Non si può immaginare di chiedere a un giornalista a quale parte politica appartiene e cosa ha intenzione di dire in tv». Anche la Fnsi bolla come «surreale» la proposta di Boschi, perchè «i giornalisti non hanno quote politiche». Segue Alessandro Cattaneo, deputato di Forza Italia. «La proposta Boschi mi sembra molto provocatoria, è anticostituzionale», dice Cattaneo a Un Giorno da Pecora su Rai Radio1. Nella stessa trasmissione interviene il direttore de Il Giornale Alessandro Sallusti: «Questa cosa limita alcuni principi costituzionali come la segretezza del voto, è una schedatura politica dei giornalisti ed è totalmente inutile». Eppure Boschi insiste, ignorando le complicazioni tecniche e politiche di una proposta da polizia del pensiero. «Ho proposto in commissione di vigilanza che le regole della par condicio valgano anche per i commentatori. Io penso che le regole debbano valere per tutti», spiega Boschi in Commissione di Vigilanza Rai. Ma non si possono equiparare i giornalisti agli esponenti di partito e ai candidati. La bocciatura è super partes. Altro che par condicio. «Trovo fortemente problematica la proposta di accomunare i giornalisti ai politici e applicare la par condicio anche a loro», commenta Barbara Floridia del M5s, presidente della Commissione Vigilanza Rai. «Condivido l'opinione di chi ritiene che non si possano fare liste di proscrizione in base alle opinioni politiche dei giornalisti, tra l'altro si tratta di una proposta incostituzionale e che denota scarsa fiducia nel lavoro della stampa», spiega a Il Giornale Augusta Montaruli, vicepresidente della Commissione Vigilanza Rai, di Fdi. Mentre per Maurizio Gasparri, la proposta Boschi «è francamente eccessiva». Scontato il no dell'Agcom. «La valutazione non potrà che essere caso per caso.

Non tutto si può irreggimentare», risponde il presidente dell'Authority Giacomo Lasorella. I progressisti hanno passato mesi e mesi a denunciare una presunta deriva autoritaria del centrodestra, ma la minaccia alla libertà di pensiero arriva dall'opposizione.

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