Lord Jonathan Sumption ex giudice della Suprema Corte
Il vero problema quando la società perde la libertà è che spesso non accade perché un tiranno gliela sottrae. Di solito è la stessa popolazione che volontariamente rinuncia alla sua libertà in cambio di protezione contro qualche minaccia esterna. Che di norma è reale, ma è spesso esagerata. Temo che sia quello a cui stiamo assistendo oggi.
La pressione sulla politica è arrivata direttamente dall'opinione pubblica: chiede provvedimenti, azione, ma non si ferma a chiedersi se quelle misure funzioneranno. Pretende che si faccia qualcosa. Non si chiede se valga la pena di pagare un prezzo tanto alto. Vuole comunque che si agisca.
Ora, chiunque abbia studiato storia riconoscerà i classici sintomi dell'isteria collettiva. L'isteria è contagiosa. Ci angosciamo, ingigantiamo il pericolo e smettiamo di domandarci se la cura non sia poi peggio della malattia.
Non dovrebbe sorprenderci che lo Stato ora ampli i suoi poteri, perché sono stati gli stessi cittadini a richiedere protezione ed assistenza. Ma dobbiamo riconoscere che è in questo modo che si instaurano i dispotismi. E che questo processo tende naturalmente all'eccesso.
Le conseguenze del coronavirus sono ovviamente molto gravi per coloro che già sono affetti da altre patologie significative, specialmente se anziani. Ci sono stati casi eccezionali a cui è stato dato grande risalto - in cui il Covid ha colpito i giovani, ma i numeri sono piuttosto esigui. Le statistiche italiane, ad esempio, ci dicono che solo nel 12% dei casi il virus è la principale causa del decesso. Quindi sì, la situazione è grave e sì, è comprensibile che i cittadini invochino a gran voce il governo. Ma la vera domanda è un'altra: è abbastanza grave da giustificare l'imprigionamento domestico collettivo, la demolizione della nostra economia per un periodo indefinito, la distruzione di imprese che lavoratori instancabili ed onesti hanno impiegato anni a mettere in piedi? Abbastanza grave da oberare le future generazioni di debiti, da infliggere depressione, stress, infarti, suicidi, ansia a milioni di persone che non sono particolarmente vulnerabili al virus e che al massimo potrebbero presentare sintomi lievi o addirittura nessuno, come il ministro della Salute o il premier?
Il governo è tutto ad un tratto molto potente e senza particolare controllo. Il Parlamento è sospeso, il primo ministro è isolato e comunica tramite telefono. In questo senso non c'è una grande sorveglianza istituzionale. La stampa si è impegnata in questo senso, ha dato parecchie prove di ottimo giornalismo d'inchiesta. Ma è anche vero che gran parte della stampa ha amplificato il panico generale.
Le restrizioni di movimento hanno anche cambiato il rapporto tra le forze dell'ordine e la popolazione. La polizia sta mettendo alla gogna i cittadini che viaggiano all'ora sbagliata o nel posto sbagliato. Questo è un campanello d'allarme importante. Tradizionalmente, in questo Paese i poliziotti sono sempre stati «cittadini in uniforme». Non sono incardinati in gerarchie militari e non operano alle dirette dipendenze del governo. Eppure ci sono stati casi in cui la polizia ha cercato di fermare le persone mentre viaggiavano, oppure facevano sport in aperta campagna: comportamenti che non sono contrari alle regole, perché i ministri hanno semplicemente suggerito di evitarli. La polizia non ha il diritto di imporre i suggerimenti dei ministri, ma solo le leggi, che sono ben lontane dalle linee guida del governo.
Il comportamento della polizia del Derbyshire (che ha messo sul sito le foto scattate dai droni, ndt), che ha cercato di mettere alla berlina coloro i quali esercitavano il loro sacrosanto diritto di andarsene in campagna e ha di fatto rovinato la bellezza delle colline tanto da scoraggiare la gente ad andarci, è stato francamente disgraziato.
Così appare uno Stato di polizia. Uno Stato in cui il governo può dare ordini o esprimere preferenze senza alcuna autorità legislativa e la polizia impone la volontà dei ministri. Devo dire che la maggior parte dei poliziotti si stanno comportando con delicatezza e discrezione. La polizia del Derbyshire è una vergogna per la nostra tradizione. La tendenza dei poliziotti a perdere di vista la propria funzione e a trasformarsi da cittadini in uniforme a capoclasse esaltati è naturale, è una tentazione forte. Penso sia molto triste che gli agenti del Derbyshire non siano riusciti a resistervi.
Io non sono un epidemiologo né uno scienziato e non so come si diffonde la malattia. Ma è diritto e dovere di ogni cittadino ascoltare quel che dicono gli scienziati e poi analizzare autonomamente, traendone conclusioni di buon senso.
Siamo perfettamente in grado di farlo, non c'è un particolare motivo per cui la natura scientifica del problema ci debba spingere a consegnare nelle mani degli scienziati le nostre libertà. Abbiamo tutti una ragione critica e, in un momento di panico nazionale, è molto importante mantenerla.
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