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Fondi, le cinque anomalie di Soumahoro. E per le toghe è uno "smemorato seriale"

La Giunta attende la Corte prima di avviare la decadenza. Fi: "A parti inverse..."

Fondi, le cinque anomalie di Soumahoro. E per le toghe  è uno "smemorato seriale"

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Fondi, le cinque anomalie di Soumahoro. E per le toghe è uno "smemorato seriale"

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Uno «smemorato seriale»: è l'identikit che i giudici della Corte di Appello di Bologna fanno del deputato Aboubakar Soumahoro nella contestazione, inviata alla Camera dei deputati, sulle rendicontazioni delle spese per l'ultima campagna elettorale per le Politiche nell'anno 2022. Le «amnesie» dell'idolo della sinistra sono numerose. E singolari - secondo quanto scrivono i giudici appaiono anche le giustificazioni fornite da Soumahoro. I magistrati mettono in fila tutte i «vuoti» di «memoria». E di legge. Primo: il parlamentare dimentica di attivare un conto corrente per la raccolta di eventuali fondi per la campagna elettorale. Eppure la legge lo impone. È chiaro. Ma Soumahoro lo dimentica. Secondo: il deputato ignora l'obbligo di fornire alla Corte di Appello il nominativo del mandatario elettorale, figura chiave in una campagna elettorale. Lo farà solo nel gennaio 2023, ad elezioni concluse. Un vero e proprio record. Terzo: alla fine della competizione elettorale nella documentazione consegnata alla Corte dei Conti manca l'estratto conto dal quale è possibile evincere entrate e uscite delle spese elettorali. Soumahoro depositerà una semplice lista movimenti. Dimenticando cosa, invece, richiede la normativa.

Quarto: le operazioni registrate nella lista movimenti non sono accompagnate dalle fatture che devono certificare eventuali spese elettorali. Ed infine la quinta amnesia: il rendiconto della campagna elettorale sarà presentato solo il 24 gennaio del 2023, oltre i 90 giorni, previsti dalla legge, dalla data della proclamazione che era avvenuta il 10 ottobre 2022. Tante amnesie e vuoti di memoria che hanno spinto la Corte di Appello di Bologna ad emettere, per ora, una sanzione economica nei confronti del deputato pari a 40mila euro. Ma il vero rischio è la decadenza dalla carica. Su questo punto la giunta per le elezioni di Montecitorio ha avviato l'istruttoria. Ieri al termine delle votazioni in Aula, il caso Soumahoro è stato portato all'attenzione dell'organismo parlamentare presieduto da Federico Fornaro (Pd). L'orientamento che trapela secondo quanto apprende il Giornale sarebbe quello di «salvare» Soumahoro dalla decadenza. La giunta vorrebbe attendere l'esito del contenzioso al Tribunale di Bologna, che per ora è ancora al primo grado di giudizio, prima di adottare un'eventuale decisione nei confronti del deputato di sinistra. Un esponente di Fi della commissione scherza: «Da buoni garantisti, non condanniamo nessuno.

A parti invertite sarebbe scattata la ghigliottina».

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