Roma - Arriva puntuale il conflitto di interessi grillino. La Casaleggio Associati, l'impresa di Davide Casaleggio che è «gestore remoto» dei Cinque stelle, si lancia nel settore della Blockchain, una tecnologia diventata famosa per l'applicazione con i Bitcoin, che consiste in una sorta di registro digitale diffuso, utile a certificare, ad esempio, la provenienza di una merce attraverso la Rete, anziché attraverso un ente certificatore che potrebbe essere soggetto a interessi e influenze. E proprio sullo sviluppo della Blockchain il ministero dello Sviluppo guidato da Luigi Di Maio ha deciso di dirottare un bel po' di soldi pubblici. Il principale veicolo è un «Fondo per la Blockchain e l'internet delle cose» istituito con la manovra finanziaria e dotato di 15 milioni l'anno per tre anni. Ma l'entusiasmo di Di Maio per il settore è tale (il 15 ottobre annunciò «Ho appena firmato l'adesione alla Blockchain partnership initiative. L'Italia è entrata nell'era della Blockchain!») che si prevedono altri investimenti, a partire dal serbatoio della Cassa depositi e prestiti, oltre alla formazione di un gruppo di esperti presso il Mise.
A segnalare il forte interesse della Casaleggio associati per il settore («nel 2027 varrà il 10% del Pil») tanto amata dal fido Di Maio sono stati ieri due quotidiani, Fatto e Stampa, annunciando il convegno organizzato dalla società informatica milanese che ieri ha riunito una serie di aziende interessate all'argomento. Al convegno è stato presentato un rapporto sulla Blockchain che ha due sponsor: una società specializzata, la Consulcesi Tech e le Poste. Le due aziende hanno contribuito con 30mila euro a testa. Consulcesi è una società che pare collaborare molto attivamente con Casaleggio. Poste, società quotata con la maggioranza in mano a Cassa depositi e prestiti, è una delle poche aziende partecipate dallo Stato il cui amministratore delegato Matteo Del Fante, pur essendo stato nominato in era renziana non è caduto sotto la scure dello spoil system giallovede.
Davide Casaleggio ha replicato piccato all'accusa di conflitto di interessi: «Come Casaleggio associati sicuramente non useremo quei 45 milioni di euro» contenuti nella manovra ma, «ci auguriamo che ci siano molti altri incentivi per la quarta rivoluzione industriale che deve seguire dall'Italia». La precisazione in realtà scioglie ben pochi dubbi: è evidente che la Casaleggio, in quanto società di consulenza, non utilizzerà direttamente quei soldi, ma potrebbe consigliare le aziende clienti su come approfittare di un fondo pubblico dal proprio referente politico, l'M5s di Luigi Di Maio.
E infatti ieri dalle opposizioni arrivava la richiesta di rendere noti i nomi dei clienti della Casaleggio. Ma a quanto pare, i Cinque stelle così attenti ai conflitti di interesse degli altri, liquidano i propri a chiacchiere.
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