
L'importanza della partita elettorale in Veneto è ben spiegata con le parole di un deputato meloniano: «Se non si trova la quadra si mette a dura prova la tenuta della maggioranza». Il Veneto è un fortino che la Lega di Matteo Salvini deve difendere. La conquista della Regione è invece per Fratelli d'Itallia il sigillo sulla leadership politica.
Si parte dalla sentenza del Consiglio di Stato, che giovedì ha sbarrato la strada all'allungamento della legislatura del governatore Luca Zaia fino alla primavera del 2026. La richiesta di deroga serviva al Doge per inaugurare nel mese di gennaio le Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026. Il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana si schiera con Zaia. «Mi dispiace molto, Luca ha combattuto con me. Non dobbiamo dimenticare che all'inizio eravamo noi due soli a portare avanti il discorso delle Olimpiadi. Sono state soltanto la Lombardia e il Veneto a presentare il dossier e a dare le garanzie, per cui onestamente e umanamente credo che sarebbe stato giusto che Zaia potesse essere ancora presidente fino alla fine delle Olimpiadi».
Nel day after del verdetto, il governatore Veneto non fa drammi, incassa lo stop e mette in moto la macchina elettorale per programmare il voto in autunno. C'è una remota possibilità che il governo vari un decreto per spostare il voto in primavera. In Veneto e nelle altre regioni (Puglia, Toscana, Campania e Valle d'Aosta) al voto in autunno. Ipotesi alla quale Zaia crede: «Le leggi si rispettano, dopo di che debbo anche sottolineare che comunque questo governo ha prorogato con una legge tutti i Comuni che sono stati eletti nel 2020 non all'ottobre, come accade per noi, novembre 2025, ma andranno a votare con una proroga di più di 6 mesi nella primavera, che sarà aprile/maggio del 2026. Noi andremo a votare in inverno probabilmente a ottobre o novembre per la Regione e il comune di Venezia che è capoluogo, che è stato eletto insieme a noi nel 2020, andrà a votare in primavera e quindi verosimilmente a maggio. Qualcuno ha voluto ipotizzare che volevamo bloccare il voto: assolutamente no. Adesso è chiarito, si andrà al voto».
La data che la Regione Veneto ipotizza è tra il 21 settembre 2025 e domenica 23 novembre. Date e sentenza a parte, resta aperto il tema politico su cui Zaia non arretra: «Non è una lesa maestà chiedere che il candidato presidente sia della Lega, dopo di che non compete a me questo. Saranno il nostro segretario regionale Stefani e il segretario nazionale Salvini che parteciperanno ai tavoli delle trattative a trovare una soluzione» avverte il governatore leghista.
Fratelli d'Italia al momento non fa passi di lato. Sul tavolo la premier Meloni ragiona su un paio di nomi. Il primo è il fedelissimo Luca De Carlo, senatore Fdi e presidente della commissione Agricoltura.
L'altro nome, con meno chance, è quello del ministro per le Imprese Adolfo Urso. Nomi che però sono vincolati all'intesa tra i leader. E non è escluso che Fdi, per non creare turbolenze al governo Meloni, rinunci al Veneto, con la promessa di ottenere in campo la candidatura nel 2027 in Lombardia.
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