Cronaca nera

La forza del dialogo nell'era dei vigliacchi

Il coraggio di intervenire nell'epoca della vigliaccheria. E il coraggio del perdono in una società che tende sempre di più ad odiare

La forza del dialogo nell'era dei vigliacchi

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Il coraggio di intervenire nell'epoca della vigliaccheria. E il coraggio del perdono in una società che tende sempre di più ad odiare. Tra leoni da tastiera e iene da telefonino pronte a immortalare ogni azione violenta, per fortuna ci sono anche dei cani San Bernardo come Luca Gobbo. Lui, 50enne trevigiano, non ha esitato un secondo a soccorrere una madre che, con i suoi bambini, era stata presa di mira da due minorenni dopo averli sgridati perché impennavano in una strada pedonale.

L'uomo è intervenuto per riportare i ragazzini alla ragione, ma, dopo essere stato filmato col cellulare e deriso pubblicamente sui social, ha ricevuto soltanto pugni e calci. Una violenza gratuita e inaudita riversata poi anche sugli agenti di polizia accorsi per bloccare gli aggressori. Il più grande, di 17 anni, è stato denunciato per violenza e resistenza a pubblico ufficiale. Poco dopo, il padre del bullo ha chiamato la vittima invitandola a cena in segno di pacificazione. E la vittima ha accettato senza remore. «Non ho nessun rancore, per me sarebbe bellissimo poterlo vedere e capire cosa gli è saltato per la testa. Anch'io sono padre e l'ultima cosa che vorrei vedere è un ragazzo che perde le redini della sua vita».

Eccolo il tempo del senno, eccolo il timore dell'incertezza di una società in cui i ragazzini scappano da ogni radar. Due genitori uniti dalla paura. Il primo da quella che il proprio figlio un domani possa imboccare la cattiva strada del suo carnefice; il secondo da quella che il proprio figlio quella strada l'abbia già imboccata e sia pure senza uscita. In mezzo c'è la forza dell'indulgenza, di chiederla e di concederla. E poi la speranza negli occhi che ha pervaso l'animo del padre del bullo quando in questura si è sentito dire dal figlio: «Sono stanco, papi». Stanco di cosa? Delle maschere imposte dalla società odierna, dell'obbligo a mostrarsi sempre come i più forti e sprezzanti delle regole?

La risposta la conosce solo chi prova quel sentimento.

A noi piace pensare che alla fine ci sia solo un grande bisogno di normalità e che a volte rispondere delle proprie azioni dinanzi alla legge sia semplicemente uno dei validi modi per ravvedersi.

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