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Forza Italia chiede la verità sui dossier contro il Cav

"Bisogna capire se c'era una cupola, chi era il capo. Chi era il Grande Fratello che decideva? E quali erano i suoi obiettivi?"

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«Bisogna capire se c'era una cupola, chi era il capo. Chi era il Grande Fratello che decideva? E quali erano i suoi obiettivi?». Così Antonio Tajani (nel tondo) segretario nazionale di Forza Italia, interviene sull'ultimo, inquietante interrogativo sollevato nella vicenda dei dossier sottratti alla banca dati della Procura nazionale antimafia: una serie di accessi, da parte del finanziere-criminale Pasquale Striano, con l'obiettivo di colpire Silvio Berlusconi. «Interferire addirittura nell'elezione del presidente della Repubblica è un fatto gravissimo», dice Tajani: perchè gli accessi abusivi si collocano nel pieno della scelta del successore di Sergio Mattarella, che vedevano Berlusconi indicato per il Quirinale dal centrodestra. Proprio in quei giorni si abbatterono sul Cavaliere gli articoli del Domani alimentati dalle carte passate da Striano al giornale di Carlo De Benedetti.

A rilevare la coincidenza tra le interrogazioni di Striano e gli articoli del Domani è stato nei giorni scorsi Il Tempo. Analizzando le carte dell'inchiesta di Perugia sono emerse le ricerche di Sos, ovvero di operazioni sospette, compiute da Striano nella stessa giornata, il 20 gennaio 2022. Una riguarda Giancarlo Foscale, cugino di Berlusconi e storico dirigente di Fininvest; l'altra una sconosciuta albanese di nome Jolinda Llupo. L'indomani ecco l'articolo del Domani, che cita entrame le sos: una riguarda un versamento di oltre un milione di euro a Foscale, l'altra una serie di bonifici a una società romana di bed&breakfast gestita dalla donna albanese. Titolo del Domani: «Quirinal Papi». Allusione esplicita alle vicende dei processi Ruby, in cui la Lupo, 45 anni, non risulta mai comparsa.

Di fatto, con quelle «soffiate», l'asse tra il luogotenente della Gdf, braccio destro del pm Antonio Laudati, e i cronisti del Domani fa irruzione nella rielezione del Capo dello Stato. Lo schema sembra il solito: non è la fonte Striano a passare scoop ma è il giornalista a chiedere notizie precise su bersagli precisi. Con un dettaglio in più: se il nome di Foscale era arcinoto, quello della Llupo era assolutamente sconosciuto. Eppure Striano viene indirizzato a colpo sicuro. Il sospetto è che in realtà la sos sulla donna sia emersa dossierando direttamente Silvio Berlusconi.

Sarebbe un grave, ulteriore salto di qualità nello scandalo dei dossier: come dice il senatore Pierantonio Zanettin, capogruppo di Forza Italia in Commissione Giustizia, «se il meccanismo patologico basato sulla trasmissione alla stampa di informazioni riservate è sempre da condannare, lo è ancora di più quando è finalizzato ad orientare le dinamiche democratiche del Paese».

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