Un grazie dal premier e da tutto il Pd, critiche e dure reazioni da Forza Italia, Lega Nord e Movimento Cinque Stelle. Il tradizionale discorso di fine anni di Giorgio Napolitano spacca la politica.
Il primo a commentare l'addio del Capo dello Stato al Quirinale è Matteo Renzi che come al solito affida a Twitter le sue parole. "Nove anni di servizio, autorevolezza, responsabilità. Un Presidente cui oggi possiamo solo dire grazie Giorgio. #mettiamocelatutta", cinguetta il premier da Courmayeur. Plauso alle parole di Napolitano arriva anche dai presidenti delle Camere Pietro Grasso e Laura Boldrini, oltre da tutto il Pd - tranne Pippo Civati - che lo identifica in un "padre della patria". Anche da Ncd e dalle altre forza di maggioranza arriva il "grazie" al Presidente della Repubblica con Angelino Alfano che osserva come "sia difficile" succedere all'attuale Capo dello Stato.
Ma anche quest'anno non sono mancate le critiche per un Presidente che spesso è stato contestato dalle opposizioni. Così Lega Nord e M5S hanno invitato i propri sostenitori a "boicottare" il discorso di Napolitano seguendo, nel primo caso, quello pronunciato da Sandro Pertini nel 1983 o il "controdiscorso" di Beppe Grillo. Il leader pentastellato si è scagliato contro il Capo dello Stato, accusandolo di aver "condiviso e sponsorizzato questo sfacelo".
Per Matteo Salvini, invece, quello di Napolitano è stato "un discorso vuoto e penoso, da bocciare su tutta la linea", mentre per Forza Italia a farsi sentire è Renato Brunetta, che attacca: "Quasi nove anni senza alcuna autocritica. Quasi nove anni da una parte sola, dalla parte della sinistra. Quasi nove anni ad affermare il suo ruolo di protagonista, il ruolo del presidente della Repubblica, non previsto dalla Costituzione. Questo, in sintesi, il bilancio di Napolitano.
Questo ultimo messaggio conferma attraverso le sue stesse parole, con retorica e con coerenza, il suo fallimento. Nella memoria degli italiani, dopo le dimissioni forzate di Berlusconi in quel novembre 2011, Napolitano è visto come colui che ha voluto pervicacemente tre governi non legittimati dal popolo: Monti, Letta, Renzi".