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"Forza Italia è un partito unito. Il leader è solo Berlusconi"

Il coordinatore Tajani spegne le voci di dissapori "I nuovi incarichi servono a essere più efficienti"

"Forza Italia è un partito unito. Il leader è solo Berlusconi"

Il dayafter della piccola rivoluzione interna a Forza Italia inizia con il ramoscello d'ulivo. A porgerlo è il coordinatore nazionale degli azzurri, Antonio Tajani. Il ministro degli Esteri, da sempre ritenuto tra i più «filogovernativi» del partito fondato da Silvio Berlusconi, chiude ogni spazio alle speculazioni dei «retroscenisti» e ai pettegolezzi. Impegnato in un giro elettorale (in agenda la prossima settimana le amministrative in Friuli Venezia Giulia), Tajani ha voluto gettare acqua sul fuoco. «In Forza Italia non cambia nulla, il leader è uno soltanto ed è Silvio Berlusconi - spiega ai cronisti presenti durante un incontro a Udine -, ma per rendere più efficiente la macchina in vista delle elezioni europee è stato dato incarico ad altre persone di guidare i coordinamenti regionali». Il ministro degli Esteri ribadisce con forza che il «partito è unito» e che «non ci sono correnti».

Per Tajani gli avvicendamenti sono naturali in una grande forza: «Andiamo avanti per raggiungere obiettivi sempre più ambiziosi. Forza Italia è forza di governo e siamo parte integrante di una coalizione che ha vinto le elezioni e continueremo lealmente a fare il massimo perché questo governo duri cinque anni».

I sette nuovi coordinatori regionali e Paolo Barelli, di nuovo alla guida del gruppo dei deputati azzurri al posto di Alessandro Cattaneo, sono chiamati al delicato compito di interpretare la nuova ripartenza voluta dallo stesso Berlusconi. L'idea è non soltanto quella di riorganizzare il partito ma anche di dare nuovo slancio a un lungo periodo di campagna elettorale. Alle elezioni in Friuli Venezia Giulia, seguiranno infatti altri appuntamenti elettorali (a metà maggio, a esempio, si voterà in 598 Comuni e capoluoghi di Provincia delle regioni a statuto ordinario) che culmineranno con il voto delle Europee del prossimo anno. I movimenti di queste settimane anticipano il tentativo di dar vita, in Europa, a un nuovo asse tra il Partito popolare europeo (di cui fa parte Forza Italia) e l'Ecr (di cui fa parte il partito della Meloni), un tentativo che scommette sul calo del Pse alle elezioni del '24 e a una forza di attrazione tra moderati di centro e moderati di centrodestra.

Il primo appuntamento per fissare il «nuovo corso» è all'inizio della prossima settimana. Tra martedì e mercoledì, infatti, dovrebbe essere convocata l'assemblea dei deputati azzurri per formalizzare l'avvicendamento Cattaneo-Barelli. Per l'ex sindaco di Pavia, si profila poi un secondo incarico oltre quello di vice coordinatore nazionale al fianco della ministra Anna Maria Bernini. Cattaneo potrebbe infatti ottenere la presidenza di una delle bicamerali spettanti a Forza Italia.

Nel frattempo si rincorrono voci di ulteriori cambiamenti nell'assetto del partito. Soprattutto a livello territoriale. Dove non sono pochi a scommettere che nelle prossime settimane sia possibile un'infornata di nuovi coordinatori regionali.

E c'è chi come il neo coordinatore veneto Flavio Tosi scommette sulla riorganizzazione come trampolino di lancio del partito. «Le Regionali di tre anni fa e le Politiche dell'anno scorso hanno dimostrato che si può continuare a crescere con un forte impulso grazie ai cittadini, alle imprese, ai sindaci e agli amministratori locali - suggerisce l'ex sindaco di Verona -.

Lavoreremo su questi fronti per rafforzare un partito che in Veneto ha una significativa tradizione, che esprime più di ogni altro la vera vocazione liberale e pragmatica del territorio».

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