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Forza Italia pronta a intercettare i dem in fuga. Tajani: "Lascia spazio ai moderati come noi"

Esulta pure Italia viva, Renzi: "Ormai il nuovo Pd è sulla frontiera dei 5 stelle"

Forza Italia pronta a intercettare i dem in fuga. Tajani: "Lascia spazio ai moderati come noi"

La conquista della segreteria dem da parte di Elly Schlein apre uno scenario politico nuovo. Non solo nel rapporto tra i partiti ma anche nella definizione dell'area moderata. E su questo tema si sono ritrovati molti giudizi e commenti dedicati alla vittoria della Schelin nelle primarie del Pd. Da Tajani a Calenda, passando per Renzi e Marattin, sono in tanti a vedere uno sbilanciamento sul cotè radicale della lotta politica dem. «La sua elezione - dice il ministro Tajani - lascia molto spazio al centro e ai moderati come Forza Italia, che hanno la possibilità di intercettare elettori di sinistra moderata che non voteranno più per il Pd». «Si apre uno spazio fantastico per i riformisti» giubila Matteo Renzi, leader di Italia viva e anima del Terzo Polo, che da tempo, insieme con Carlo Calenda, sonda l'idea di un'area moderata emancipata dalla sinistra. E sul futuro della sua attività si sente tranquillo. «Noi faremo la nostra partita con il sorriso e senza più litigi quotidiani con il Pd - spiega -. Perché ormai lo spazio politico del nuovo Pd è sulla frontiera dei Cinque Stelle, non sulla nostra». Con la Schlein - aggiunge il senatore azzurro Roberto Rosso - il baricentro politico del Pd si sposta verso una sinistra ideologica, molto distante dalle reali esigenze degli italiani, che mai come oggi hanno bisogno di concretezza e pragmatismo». Il suo collega di partito ed ex sindaco di Brescia Adriano Paroli parla persino di «disorientamento» di quell'elettorato moderato che negli ultimi anni il Pd ha fortemente cercato. «Speriamo - conclude il senatore azzurro - che l'elezione della Schlein possa comunque garantire un'opposizione dura ma costruttiva e non porti il suo partito a arroccarsi su un no a tutto, a prescindere». Il deputato di Italia viva, Luigi Marattin, si spinge anche oltre e vede nell'elezione della Schlein il momento propizio per dare forma a un Grande centro. In un suo articolo-manifesto apparso ieri sul Foglio elogia la vecchia Democrazia cristiana («partito di sistema») e pensa a un soggetto ampio dove far convergere liberali e riformisti». D'altronde, commenta l'azzurra Chiara Tenerini, questo non è il «momento di anteporre le ideologie alle esigenze di riforme e di crescita di cui ha bisogno l'Italia». Il timore è che la Schlein, osserva il deputato di Forza Italia Fabrizio Sala, «nonostante la sua giovane età, porti avanti un'ideologia vecchia con aumento delle tasse, patrimoniale e no alle trivelle, al nucleare e in generale allo sviluppo». L'elezione della Schlein è il segno anche di una polarizzazione del dibattito politico. «Le primarie del Pd, e ancor di più le elezioni regionali in Lombardia e Lazio - spiega l'azzurro Roberto Pella -, hanno confermato che gli italiani si riconoscono in una visione bipolare, di cui Forza Italia e il Presidente Berlusconi, quale fondatore, rappresentano il centrodestra». Il vicepresidente della Camera dei deputati, l'azzurro Giorgio Mulè, si augura che il dialogo con i dem possa continuare. «Mi auguro che i dem abbiamo un respiro autenticamente moderno - dice - che sappia incarnare quei temi riformisti e non siano la brutta (o bella) copia dei Cinquestelle». Di sicuro, spiega la capogruppo al Senato Licia Ronzulli quella che va in crisi non è l'area moderata, ma l'idea che i dem della Schlein possano farsene bandiera.

«Il massimalismo di cui Schlein è interprete - conclude la senatrice azzurra - spingerà il Pd molto a sinistra in una collocazione che andrà molto stretta a chi è attento in maniera non ideologica alle necessità degli italiani».

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