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Le forze francesi uccidono Al-Sahrawi. Era il capo dell'Isis nel Gran Sahara

Sarebbe responsabile di almeno tremila morti dal 2016 a oggi

Le forze francesi uccidono Al-Sahrawi. Era il capo dell'Isis nel Gran Sahara

Le truppe francesi hanno ucciso il comandante dell'Isis nel Gran Sahara, Adnan Abu Walid al-Sahrawi, da anni nel mirino per attacchi mortali contro soldati americani e operatori umanitari francesi particolarmente cruenti in Mali, Niger e Burkina Faso. Secondo il governo di Parigi sarebbe responsabile della morte di almeno 3.000 persone dal 2016 a oggi. Anche per questo su di lui pendeva una taglia da cinque milioni di dollari. Al-Sahrawi nel 2015 aveva lasciato i miliziani legati ad Al Qaida e aveva giurato fedeltà all'Isis, fondandone il gruppo locale.

La notizia è stata confermata dal presidente francese, Emmanuel Macron, che ha celebrato «un altro grande successo nella lotta contro i gruppi terroristici nel Sahel». Non solo. Macron ha aggiunto: «La nazione pensa questa sera a tutti i suoi eroi morti per la Francia nel Sahel nelle operazioni Serval e Barkhane, alle famiglie in lutto, a tutti i suoi feriti. Il loro sacrificio non è stato vano. Con i nostri partner africani, europei e americani, portiamo avanti questa lotta». Il ministro della Difesa, Florence Parly, ha spiegato che il leader islamista è stato ucciso a metà agosto dalle forze francesi Barkhane nell'Africa occidentale; era una delle due persone uccise da un drone mentre si trovava in moto nella zona di Indelimane, nel nord del Mali. La notizia è stata data solo adesso, dopo la conferma dell'identità.

«È un colpo decisivo portato al comando dello Stato islamico» ha detto la ministra ella Difesa francese, Florence Parly, spiegando che l'operazione è arrivata dopo «18 mesi di lotta costante».

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