Marco Lombardo
Se il dono della sintesi è il tuo marchio di fabbrica, abbatterlo può voler dire solo una cosa: non sai più bene a che social votarti. È il caso di twitter, nato appunto come la risposta diversa a Facebook per condensare in poche parole quello che in altri posti virtuali si esprimerebbe con uno sproloquio. E così proprio quei 140 caratteri massimi ci hanno obbligato ad essere nel tempo sempre più creativi, maledicendoli magari, ma sotto sotto prendendoli come una sfida personale.
Adesso non sarà più così (ma non troppo): Jack Dorsey, il Ceo e fondatore della società, ha infatti annunciato che presto dentro la gabbia di parole imposta agli utenti non saranno più conteggiati gli allegati di testo, le foto, i video e il nome utente. E quindi ci sarà più spazio per tutti: «Una delle nostre grandi priorità è rendere il servizio più semplice e veloce», ha detto spacciando il tutto come un grande passo in avanti. In realtà la mossa di twitter sembra obbligata, soprattutto per la crescente disaffezione dei suoi iscritti attratti dalle novità di Facebook (che ha appeno lanciato lo streaming video non-stop) e dalle nuove mode in fatto di app tipo Snapchat, il social network attualmente più amato tra i giovani.
In pratica: i 10 anni appena compiuti da twitter sembrano già un'eternità: lo fanno sembrare più vecchio. E la quotazione in Borsa, salutata come un nuovo simbolo del boom del mondo hitech, si è rivelata finora un sonoro flop: i ricavi del primo trimestre 2016 hanno segnato ancora un rosso di 80 milioni di dollari, che è pur sempre la metà di quello dell'anno scorso. E a preoccupare maggiormente è proprio il numero degli utenti attivi: ora sono a quota 310 milioni, «solo» cinque milioni in più rispetto alla fine del 2015, e comunque numeri molto lontani dai fenomeni tipo Instagram. Diventato fenomeno proprio perché l'immagine vale più di tante parole.
Dunque per Dorsey il rimedio è ingrandirsi, quanto meno a caratteri. Perché il ricorso alla pubblicità e all'indicizzazione dei contenuti - altre grandi novità del recente passato - hanno portato finora l'uccellino di twitter in una gabbia, questa sì, vera. Il problema però è quello di snaturarsi per sopravvivere, cosa che nella tecnologia ha causato i peggiori disastri aziendali dell'era moderna. Un esempio su tutti degli ultimi anni è quello di Blackberry, i cui telefoni erano desiderati perché ancorati alla logica della tastiera fisica e che invece è naufragata dopo essere passata ai prodotti touch. Non era il suo business, non poteva esserlo, e la mossa ha cancellato tutto quanto di buono c'era dietro il brand.
In pratica: potrebbe succedere anche a twitter, perdere il dono della sintesi potrebbe anche essere l'inizio dell'anonimato.
Oppure, al contrario, l'operazione si rivelerà un successo, quando però passerà dall'annuncio alla realtà dei fatti. Finora Dorsey ha infatti solo annunciato che l'epocale cambiamento arriverà «nei prossimi mesi». Ma questo, tecnologicamente parlando, è davvero poco sintetico.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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