
Dario Franceschini, Pier Carlo Padoan o Carlo Calenda. Al referendum mancano poco meno di due mesi, ma sono già scattati totonomi e retroscena per definire gli scenari possibili in caso di vittoria del "no" che porterebbe a una eventuale crisi di governo.
A provare a tracciare un quadro è La Stampa, secondo cui sono tre le possibilità che sta già valutando Sergio Mattarella per affrontare le eventuali dimissioni di Matteo Renzi. In pole position ci sarebbe l'attuale ministro della Cultura, leader di Areadem ma anche vicino alle posizioni della minoranza Pd e di Forza Italia. Il che gli permetterebbe di riequilibrare i nuovi assetti tra le forze politiche dentro e fuori dal Parlamento.
E poi c'è l'attuale ministro dell'Economia, che aiuterebbe a rassicurare i mercati che già stigmatizzano una vittoria del "No" come fonte di instabilità al pari - se non peggio - della Brexit.
Ma allo scranno più alto di Palazzo Chigi punta anche Calenda, chiamato a fare da ministro dello Sviluppo
Economico dopo le dimissioni della Guidi. Lo stesso Calenda che si sarebbe vantato di essere in grado di spingere su riforme e crescita anche dopo una caduta di Renzi e che si sarebbe così attirato le antipatie del premier.