Mentre per le strade di Parigi ieri scendevano in piazza i pensionati, visto il clima di incertezza che aleggia sulla sospensione della riforma annunciata dal premier Lecornu, la polemica sulla legge di Bilancio si è rapidamente spostata dai banchi del governo alle tribune dell'emiciclo. E il riferimento è a quanto accaduto mercoledì in Aula, ovvero la presenza di giovani ragazze velate tra le scolaresche spettatrici. "Perché qualcosa di proibito nelle nostre scuole primarie, medie e superiori è permesso nel tempio della democrazia? Come si può tollerare una simile provocazione islamista?", si è chiesto il parlamentare di Identité-Libertés, Eddy Casterman.
Fedelissimo di Marion Maréchal, Casterman ha sfidato la presidente della Camera, la macroniana Yaël Braun-Pivet, pubblicando su X una foto delle tribune. E non senza sorpresa di alcuni deputati ha incassato una netta presa di posizione dalla presidente: "Nel cuore dell'Assemblea nazionale, dove è stata approvata la legge del 2004 sulla laicità nelle scuole, è inaccettabile che i bambini possano indossare simboli religiosi evidenti nelle tribune, non ci siamo mai trovati di fronte a una situazione del genere", ha reagito Braun-Pivet, invitando tutti, in nome della "coerenza repubblicana", a essere "estremamente vigili affinché ciò non accada di nuovo".
Il dibattito si è presto spostato sul regolamento. Non senza prima aver scatenato un durissimo botta e risposta con i mélenchoniani della France Insoumise. Éric Coquerel, presidente della commissione Finanze, ha accusato Braun-Pivet d'aver sposato le posizioni del sito Frontières, che ha contributo alla diffusione della foto "incriminata". "State dando credito a un organo di stampa di estrema destra che pubblica in modo razzista sui social foto di giovani venute a visitare l'Assemblea", l'accusa dell'estrema gauche, che grida alla "islamofobia". Secondo il lepenista Julien Odoul, il velo indossato dalle studentesse sulle tribune è stato invece "una infame provocazione, come si può tollerare bambine coperte dal velo islamico nel tempio della République?".
Problemi di un regolamento piuttosto lasco. Che ora potrebbe essere rivisto. Secondo l'art. 8, infatti, "per essere ammessi nelle tribune, il pubblico deve essere vestito in modo appropriato. Deve restare seduto, scoperto e in silenzio". Ma la flessibilità è fondamentale: "Non va interpretato letteralmente, indossare abiti che manifestino un'affiliazione religiosa non è di per sé proibito", spiegava l'Assemblée nel 2019, chiarendo che "questa tolleranza ci consente di accogliere in tribuna parlamentari velate o altri ospiti stranieri". Ma qui si parla di minori.
E ad accrescere le crepe nello "zoccolo" che oggi sostiene Lecornu, e che in passato ha votato il divieto di accesso a scuola con l'abaya, il fatto che l'invito a due scuole private sia partito dall'ex ministro Marc Fesneau, leader dei centristi MoDem, nell'ambito del progetto "Democrazia e Cittadinanza". Le ragazze dovevano essere sotto la sua supervisione. "Capisco che studentesse con il velo possano scioccare, dobbiamo garantire l'effettiva applicazione dell'art. 8 sull'abbigliamento", si è giustificato.