Francia alle urne nella paura "Penna da casa e mani lavate"

Il governo chiude bar e ristoranti ma 48 milioni di francesi votano per le municipali. Rischio astensione

Francia alle urne nella paura "Penna da casa e mani lavate"

«Per evitare il contagio mentre votate, portate una penna da casa, blu o nera, tenete il metro di distanza di sicurezza e lavatevi le mani prima e dopo aver messo la scheda nell'urna», è l'appello del ministro degli Interni francese agli elettori. Bar, ristoranti e negozi sono chiusi dalla mezzanotte, le scuole da domani in Francia, dove arriva l'annuncio che si è entrati nella fase tre dell'epidemia coronavirus, cioè alla diffusione su tutto il territorio nazionale, eppure le urne oggi saranno aperte ma chissà quanto piene.

Mentre nel Regno Unito il governo di Boris Johnson rinvia di un anno le amministrative del 7 maggio, inclusa l'elezione del sindaco di Londra, il coronavirus non ferma la democrazia della V Repubblica. E non ferma nemmeno le proteste dei gilet gialli, che ieri hanno manifestato a Parigi, in barba al consiglio del presidente Emmanuel Macron di restare a casa. Già dalle 8 di questa mattina 48 milioni di francesi sono chiamati a votare per il primo turno delle municipali in 34.967 comuni, Parigi inclusa, per scegliere sindaci e 500mila consiglieri municipali. Un'elezione del tutto insolita e a forte rischio astensione, dato che si svolgerà mentre in Francia è in corso l'accelarazione di una crisi sanitaria definita da Macron, nel suo discorso di giovedì in diretta tv, «la più grave da oltre un secolo». Tanto che, a sorpresa, ieri è arrivata l'ulteriore stretta, sul modello italiano: stop a bar, negozi e ristoranti, oltre alle scuole. Eppure la grande macchina elettorale non si ferma, nonostante il primo ministro Edouard Philippe abbia vietato gli assembramenti da oltre cento persone, nonostante Macron abbia chiesto agli over 70 di non uscire e al resto della popolazione di intensificare il telelavoro, evitare l'uso dei mezzi pubblici e gli spostamenti inutili. «Abbiamo preso questa decisione ascoltando gli scienziati», hanno spiegato sia Macron che Philippe, convinti di poter organizzare «in buone condizioni» anche il secondo turno del 22 marzo. «Nulla si oppone a che i francesi, anche i più vulnerabili, si rechino alle urne», aveva già detto il presidente in tv, purché si vigili sul rispetto dei gesti-barriera e delle raccomandazioni sanitarie, confidando «nel senso civico di ognuno». Da qui i consigli agli elettori, incluso quello di far arieggiare spesso i seggi.

Ma i numeri di tutta Europa sono già allarmanti e peggioreranno. In Spagna i morti sono 189, i contagiati oltre seimila e il governo vieta gli spostamenti e l'apertura dei negozi, come in Italia. Nel Regno Unito, dove Johnson ha annunciato lo stop ai grandi eventi dalla prossima settimana, morti raddoppiate (21), casi a quota 1.145 e un neonato positivo, non si sa se infettato durante il parto. In Francia un secondo membro del governo, la viceministra alla Trasformazione ecologica, Brune Poirson, 37 anni, è risultata positiva al Covid-19 dopo il ministro della Cultura Franck Riester. I morti sono 91 e i contagi 4.500.

Eppure i francesi sono chiamati alle urne armati della loro penna e di disinfettante. Nulla - dicono le autorità - si oppone allo svolgimento di un voto regolare. Nulla, tranne la paura stessa dei francesi. Alimentata dalle riserve di una parte della comunità medica e scientifica. Il direttore generale degli ospedali pubblici di Parigi, Martin Hirsch, avverte: «Le nostre strutture non sono mai state messe di fronte a un fenomeno di tale entità, con una rapidità e una complessità così forte». «Ogni giorno - spiega - i casi gravi aumenteranno del 20 al 30%, ossia 400 pazienti necessiteranno in contemporanea di cure intensive in tutta l'Ile de France da qui ai prossimi 10-15 giorni». Scendono in campo anche una trentina di corrispondenti dall'Italia per altrettante testate francesi, che lanciano un appello alle autorità d'Oltralpe «affinché si rendano conto della gravità del pericolo». «Non c'è più tempo da perdere, la Francia tragga una lezione dall'esperienza italiana».

Macron chiama il presidente Sergio Mattarella: «Dobbiamo agire in fretta». Ma non ferma il voto.

Con il paradosso che in piena crisi, la ministra della Salute Agnèz Buzin corre per la poltrona di Parigi col partito di Macron, al posto di Benjamin Griveaux, dopo lo scandalo del video hard. È terza nei sondaggi, dopo la sindaca uscente, Anne Hidalgo, e la sfidante di destra Rachida Dati. In attesa di capire quanti francesi voteranno.

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