Il maestro Carlo Freccero non ha preso benissimo il nostro pezzo sulla «censura» fatta dalla sua RaiDue a The Wolf of Wall Street, capolavoro di Scorsese trasmesso senza le scene cult di droga e sesso perché in prima serata. Anzi, per dirla con la Nouvelle vague a lui cara, si è incazzato di brutto. Il direttore di RaiDue, un «genio della tv, uno che spariglia» come lo ha descritto il presidente Rai Marcello Foa, spariglia anche nel comunicare la sua ira alla stampa. Invece di affidarsi ai canali istituzionali, scrive direttamente ai cronisti colpevoli di averlo trattato male. Trattandoli peggio. Ma le sfuriate di un maestro della tv si prendono come gli effetti speciali di una mente creativa. Freccero con un sms ci ha chiarito la situazione. Lui non c'entra con i tagli ai film, figuriamoci con le censure: «Allora è la Rai che sta sopra di me (ed è tanta) che ha deciso che copia trasmettere, come aveva deciso di mandare in onda la sequenza della sodomia di ULTIMO TANGO dopo le 23. Io che amo il cinema d'autore ho scelto un capolavoro The Wolf, altri scelgono altri contenuti. CHIEDO SCUSA per il disturbo ma trovo diffamatorio l'articolo, ma sono abituato. Ieri ne parlavo con il presidente Confalonieri. C'est La vie!! Buon lavoro. Spero, se cambio casacca di avere un altro trattamento. Cordiali saluti» ci ha scritto il direttore di RaiDue. Condendo poi la missiva con un altro francesismo (merde, ma con la a finale), cultura a lui cara malgrado la tensione diplomatica tra Francia e il governo sovranista editore della Rai, e quindi anche di Freccero, neosovranista ma francofilo.
È chiaro che il direttore si sente sotto attacco della stampa non filogovernativa. Prima l'accusa di aver omaggiato Beppe Grillo dedicandogli uno speciale su RaiDue.
Poi quella, uscita su Repubblica, di aver affidato al figlio rapper di Marco Travaglio la sigla del nuovo programma Popolo Sovrano («Nessuna raccomandazione! Partecipa per il suo talento come gli altri rapper»). Ora l'infamante calunnia del Giornale di censurare le scene di sesso e droga. Un attacco concentrico della stampa reazionaria a cui rispondere per le rime. In questo caso, senza tagli.
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