Coronavirus

Frenano i nuovi casi: ieri 347 contagi. Assisi, positivi 8 novizi

Allarme per il rientro dei giovani dalle ferie In Italia i malati totali superano i 250mila

Frenano i nuovi casi: ieri  347 contagi. Assisi, positivi 8 novizi

Tornano a scendere sensibilmente i contagi in Italia e si tira un bel respiro di sollievo: 347 i casi registrati ieri, molti meno rispetto ai 552 di venerdì. Ed è vero che ieri era sabato e i dati nel fine settimana sono sempre stati più clementi. Ma quel che conta è il confronto con i tamponi messi a referto, che ieri non sono stati pochi, 53.298. Quindi bene, anche se non benissimo, visto che poche settimane fa si stava poco sopra i cento casi al giorno. L'indice dato dal rapporto tra contagi e tamponi fatti parla dello 0,65 per cento, quando il giorno prima sfiorava l'1 per cento.

Analizzando la distribuzione geografica dei nuovi casi si nota che la Lombardia torna a guidare la triste classifica, con 76 nuovi contagi, davanti al Veneto (63), all'Emilia-Romagna (44), al Piemonte (31), alla Sicilia (28), alla Toscana (23), al Lazio (20), all'Abruzzo (12) e all'Umbria (10). Poi dieci regioni sotto quota dieci e solo due regioni a quota zero: la sardegna e il Molise. In termini di tamponi è il Veneto ad averne fatti di più (14.171), davanti all'Emilia-Romagna (8-147) e alla Lombardia, con solo 6.382 test effettuati. E infatti qui l'indice di contagio supera l'1 (esattamente l'1,19 per cento). Delle 12.953 persone attualmente positive, 12.139 sono in isolamento domestico fiduciario, 771 in reparti ospedalieri ordinari e solo 43 in terapia intensiva, comunque uno più di ieri. Tredici i morti, che tornano quindi a salire: 5 arrivano dal Veneto, 3 dalla Lombardia, 2 dall'Emilia-Romagna, uno ciascuno da Liguria, Lazio e Puglia.

Numeri che paragonati a quelli di marzo e aprile sono comunque irrisori, ma è indubbio che c'è un lieve rimbalzo, causato probabilmente dalle riaperture, dal più efficace tracciamento dei contatti dei contagiati, e dal ritorno ai viaggi all'estero, che hanno consentito l'«importazione del virus dai Paesi dove è più fuori controllo che da noi. Caso esemplare quello di Vercelli, dove un dominicano tornato da Santo Domingo ha infettato numerosi connazionali che ha frequentato prima di accorgersi di avere contratto il virus. Diciotto in totale i contagiati di questo «cluster», che ha portato anche alla chiusura di due circoli privati e all'annullamento di uno spettacolo in piazza previsto ieri sera.

Altre storie dall'Italia dove il virus colpisce a macchia di leopardo: a Rieti un bambino (il primo della provincia laziale) è risultato positivo al test Covid-19. Il piccolo frequentava un centro estivo e la Asl ha disposto un'indagine epidemiologica e tamponi a tutti coloro che hanno frequentato il centro estivo: bambini, operatori e familiari. Ad Assisi, nella Basilica di San Francesco, è scoppiato un focolaio di Covid-19 e otto novizi della comunità, alloggiati nella struttura adiacente alla Basilica, sono risultati positivi. I giovani, che sono entrati in noviziato pochi giorni fa arrivando da tutto il mondo, non hanno avuto contatti con la comunità e i pellegrini e questo ha consentito alla Basilica di andare avanti nell'accoglienza dei pellegrini e dei turisti, limitandosi a mettere in isolamento un totale di 25 novizi. Un'altra vicenda arriva da Padova, dove una diciottenne che fa parte di un gruppo di giovani risultati positivi di ritorno da una vacanza di una settimana in Croazia, ha fatto mea culpa sulle colonne del Corriere della Sera: «Sette giorni senza mascherina. Nessuno indossava protezioni, ci siamo fatte condizionare.

Ora mi sento in colpa, temo per i miei genitori».

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