Roma - Frenare l'onda lunga e sempre più crescente dell'astensionismo è possibile? Ormai, stando agli ultimi sondaggi, sfiora addirittura la soglia del 40 per cento. Per paradosso quello dell'astensionismo è l'unico partito che potrebbe vincere il premio di maggioranza come ha segnalato ieri il Giornale. Sono in molti quindi a pensare che qualcosa va fatto. Soprattutto per evitare che siano i paradossi a governare il nostro futuro.
Una proposta concreta la avanza Francesco Storace. Il leader della Destra siede dal 2013 nel Consiglio regionale del Lazio e proprio sulla legge elettorale regionale ha una proposta che mira a fermare la deriva dell'astensionismo.
«Si tratta di una proposta molto semplice - spiega Storace - l'elezione del presidente della Regione grazie al premio di maggioranza non scatta se non si raggiunge il 50 per cento dei voti espressi». La proposta di modifica dello Statuto, che è già stata depositata in Regione, ora aspetta soltanto di essere discussa.
Si parla anche del numero dei consiglieri eletti. Anche in questo caso l'astensionismo finirebbe per essere considerato come una presa di posizione o un partito. «Se si supera pure in questo caso una certa soglia - aggiunge Storace - scatta il blocco per l'elezione dei consiglieri. Se soltanto il 50 per cento degli aventi diritto è andato a votare allora vorrà dire che si dimezzerà il numero dei consiglieri eletti».
Insomma è una responsabilità dei partiti, aggiunge il presidente della Destra, portare la gente a votare. E non possono ignorare il problema. «Prenda il caso della Raggi - dice poi - Tutto quello che le sta succedendo non creda favorisca altri partiti. Semmai rischia di aumentare il numero di coloro che si disaffezionano allo strumento democratico del voto». Storace insomma trova fondamentalmente ingiusto che ci siano Regioni e Comuni che vengono amministrati da persone che non hanno ottenuto che una modesta parte dei consensi.
«Solo per rimanere sul caso Roma - conclude Storace - bisogna ricordare che sia Ignazio Marino che la stessa Raggi sono stati eletti con appena un quarto dei voti potenziali. Questa non è più democrazia».E per recuperare un po' di partecipazione non rimane quindi che rendere i seggi variabili in base all'affluenza.
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