Freno ai blitz della Finanza in azienda

Nel decreto fiscale ok a ispezioni soltanto se motivate dall'Agenzia delle entrate

Freno ai blitz della Finanza in azienda
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Blitz dei finanzieri a sorpresa in azienda? Un ricordo del passato. D'ora in avanti la guardia di finanza e l'Agenzia delle Entrate dovranno bussare alla porta dell'ufficio contabilità carte alla mano. Una condanna all'Italia della Cedu aveva aperto la strada al nuovo corso, sanzionando a febbraio scorso il nostro Paese per lo scarso garantismo e il potere illimitato delle visite fiscali nelle aziende. Quelle verifiche a sorpresa, secondo la corte di Strasburgo, violano addirittura la Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo, e in particolare l'articolo 8, che tutela il diritto al rispetto della vita privata e del domicilio. Così la Cedu aveva caldeggiato una riforma delle norme italiane in materia di verifiche fiscali, prevedendo criteri più rigidi per gli accessi e un controllo giurisdizionale effettivo sulle attività ispettive.

E ieri, a mettere nero su bianco questo principio di buon senso restituendo ai contribuenti italiani quel "livello minimo di protezione" che i giudici europei ritenevano non fosse loro garantito, ha provveduto un emendamento al decreto fiscale del relatore Vito De Palma, approvato in commissione Finanze alla Camera. Ora la nuova normativa prevede che ogni ispezione fiscale effettuata nelle aziende e negli studi professionali dovrà essere motivata in modo chiaro e circostanziato.

Basta controlli basati su formule di stile o sospetti generici: Agenzia delle entrate e Fiamme gialle saranno obbligate a "motivare adeguatamente" ogni blitz, ogni ingresso, ogni verifica, indicando in modo esplicito le ragioni del controllo "negli atti di autorizzazione e nei verbali" che devono essere redatti per ogni accesso fiscale eseguito in un'azienda commerciali o in uno studio.

L'emendamento del deputato di Forza Italia porta una piccola grande svolta, che i tartassati di casa nostra aspettavano da tempo e per la quale devono ringraziare, oltre al parlamentare azzurro, una srl che si occupa di pneumatici e le altre aziende che avevano deciso di rivolgersi alla Corte di Strasburgo per contestare come illegittimi e sproporzionati i sequestri di libri contabili e le copie di documentazione fiscale (ma anche dei documenti di identità dei propri dipendenti) che avevano dovuto subire. Vedendosi riconosciute, come detto, le proprie ragioni. E sono tante altre le aziende e gli imprenditori che, in questi anni, hanno sperimentato sulla propria pelle l'impatto di ispezioni invasive senza poter nemmeno immaginare che cosa le avesse innescate.

Insomma, un conto è contrastare l'evasione, ed è difficile che qualcuno evasori esclusi non sia d'accordo. Un altro conto, ben diverso e molto meno condivisibile, è considerare qualsiasi contribuente alla stregua di un colpevole da stanare. E ora la nuova norma, incassato il via libera in Commissione, andrà in Aula alla Camera già lunedì (non è previsto il voto di fiducia), per poi passare al Senato: dovrà essere convertito in legge entro il 16 agosto.

L'autunno, insomma, porterà con sé un po' di pace fiscale, soprattutto nei settori più esposti ristorazione, commercio, artigianato nei quali le partite Iva, già alle prese con tasse e burocrazia, sono state maggiormente vittime di una fiscalità che ha spesso sfiorato il predatorio: negozi messi a soqquadro, aziende paralizzate da verbali chilometrici, attività interrotte a causa dei faldoni di libri e documenti sequestrati. Attività "sproporzionate", per citare la Cedu, soprattutto quando poi si finiva per scoprire che a fronte della "gogna fiscale" con la visita invasiva degli ispettori o delle fiamme gialle, non c'erano contestazioni di sorta da sollevare.

Tra gli emendamenti al decreto fiscale che sono stati al momento accantonati in attesa dei pareri del Mef (e il cui esame proseguirà oggi con il voto sulle proposte di modifica) ce n'è anche un altro molto atteso: quello a firma del presidente della Commissione finanze, il parlamentare di Fratelli d'Italia

Marco Osnato - che ripropone il ravvedimento speciale, e che prevede in sostanza una sanatoria sul pregresso per i contribuenti che sceglieranno di aderire alla nuova edizione del concordato preventivo per il biennio 2025-26.

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