Non è la Svezia dei tempi d'oro. È il Friuli Venezia Giulia di oggi che combatte la denatalità e l'inverno demografico con un approccio pragmatico, non ideologico, il più concreto possibile. Una sfilza di provvedimenti che sin dall'inizio dell'era Fedriga, dunque dalla fine del 2018, cercano di contrastare il crollo delle nascite, malattia comune e progressiva n tutta Italia e in tutto l'Occidente. "Gli ultimi provvedimenti li abbiamo varati venerdì, tre giorni fa - spiega l'assessore Alessia Rosolen, braccio destro del presidente leghista sul versante della famiglia e del lavoro -. Abbiamo introdotto un contributo a fondo perduto di 40mila euro per le mamme che comprano la casa e diamo loro per il primo anno di maternità un assegno da 500 euro al mese se hanno meno di trent'anni e di 250 euro se hanno passato quell'incrocio. Tutto questo purché facciano una delle seguenti attività: lavoro, studio o un corso di formazione professionale".
L'obiettivo, quasi esplicito, è non solo spingere i giovani a fare figli, ma a farli prima possibile. "Oggi - prosegue Rosolen, anima di questa rivoluzione silenziosa - la cicogna arriva per la prima volta in Friuli a 31,7 anni. Tardi, troppo tardi. Noi vogliamo anticipare questo appuntamento prima della linea dei trenta, perché altrimenti il secondo pargolo diventa una chimera. Certo, è una battaglia difficile ma ce la mettiamo tutta per contrastare una tendenza dalle ricadute drammatiche. Per intenderci, abbiamo osato dove nessuno, credo non solo in Italia, si era mai spinto. Sfido chiunque a trovare un aiuto sul mutuo fino a 40 mila euro".
Ma c'è un altro elemento che la giunta di centrodestra ha fissato. "La misura vale per tutte le donne madri, anche per quelle che arrivano dall'altra parte del mondo - aggiunge Rosolen - ma la casa deve essere cointestata anche alla mamma". Una forma di garanzia per evitare sfruttamento e umiliazioni.
Insomma, il welfare friulano punta a diventare uno strumento di contrasto al declino ma anche un modello che può essere esportato ovunque, nelle tante aree d'Europa alle prese con la scomparsa delle culle.
L'unico limite a queste politiche è la capienza del soggetto: "Queste dotazioni vengono date alle mamme che abbiano un Isee non superiore ai 35 mila euro, il che equivale a un reddito di 75 mila euro", puntualizza l'assessore al lavoro, ricerca e famiglia.
Sette anni a sostegno delle mamme e dei loro piccoli. La casa. L'assist alla maternità. Gli asili nido: ecco il terzo lato delle manovre alla friulana. "In Friuli Venezia Giulia - aggiunge Rosolen - dal secondo figlio l'asilo nido è gratuito, ma interveniamo anche per calmierare e contenere i costi dei nido per i primogeniti. Insomma, le rette sono abbordabili e più sopportabili per le coppie che hanno appena intrapreso il loro cammino".
In questo modo si disegna un percorso virtuoso: prima una sorta di stipendio per 12 mesi iniziali, poi il nido senza dissanguarsi. "Intanto - aggiunge l'assessore - facciamo di tutto perché le mamme si diano da fare e non si chiudano in casa. Questo è fondamentale perché una mamma che lavora si guadagna l'indipendenza economica e l'indipendenza economica è un tassello fondamentale per favorire le nascite".
Non misure spot, magari in vista delle elezioni, ma una politica ragionata anche per gli studenti, con tanti interventi che è impossibile riassumere. Per esempio, una dote di 300 euro l'anno per gli alunni delle medie che diventano 450 alle superiori.
Risorse che possono essere impiegate per comprare libri, materiale di laboratorio o altro. Ora ecco quest'altro up grade per i primi 12 mesi con il baby e il mutuo. "E una sfida impegnativa, forse la più difficile da affrontare - conclude Rosolen - ma noi vogliamo vincerla".