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La fronda grillina vuol chiudere Rousseau: Di Maio resta isolato

Deputati e senatori ribelli contro il sistema Casaleggio. Il capo politico: «Così è difficile...»

La fronda grillina vuol chiudere Rousseau: Di Maio resta isolato

Bye bye Rousseau. Luigi Gallo, presidente grillino della commissione Cultura della Camera, mette nel mirino la piattaforma gestita da Davide Casaleggio. Il deputato napoletano si fa portavoce della richiesta di una pattuglia di senatori e deputati che non si fida più del sistema di selezione delle candidature controllato dal Casaleggio jr. La rabbia esplode nella chat dei parlamentari grillini all'indomani della consultazione web con cui è stato individuato il candidato dei Cinque stelle alle suppletive nel collegio senatoriale di Napoli. Il sistema Rousseau ha premiato l'ingegnere Luigi Napolitano, considerato un fedelissimo del ministro degli Esteri Luigi di Maio. Bocciato, per una manciata di voti, Mariano Peluso, sponsorizzato da Gallo e dal presidente della Camera Roberto Fico. All'indomani del voto, Gallo sbrocca in chat e chiede la liquidazione del sistema Rousseau: «I candidati (in tutte le competizioni) devono essere selezionati da una rosa di nomi proposta dai parlamentari». Dunque, stop alla democrazia dal basso. Addio al principio dell'uno vale uno. Da oggi in poi - secondo la tesi di Gallo dovranno essere deputati e senatori a selezionare i candidati alle regionali, politiche e comunali. Insomma, come fanno tutti i partiti. In chat, la proposta di Gallo fa infuriare i fedelissimi di Di Maio e Casaleggio. Replica il senatore Sergio Vaccaro: «Se avesse vinto Mariano Peluso (candidati di Fico) avresti fatto identica richiesta?». La discussione si infiamma tra pro e contro Rousseau. È chiaro ormai che nemmeno i grillini si fidino più della piattaforma. Chi certifica la regolarità del voto? E soprattutto il vero punto oscuro riguarda l'assenza di un reale censimento dei votanti. L'insofferenza verso Casaleggio non più contenibile. Gallo è annoverato tra i critici. Nelle settimane scorse era dato in partenza verso il gruppo Eco, fondato da un altro dissidente: l'ex ministro dell'Università Lorenzo Fioramonti. A Gallo viene rimproverata (da Di Maio) la simpatia troppo esplicita verso il Pd. La protesta del presidente della commissione Cultura non ha sortito alcun effetto. Anzi, il capo politico «blinda» il sistema Casaleggio e lancia la selezione per facilitatori regionali, candidati presidenti di Liguria, Toscana e Puglia e destinazione delle restituzioni. Domani gli iscritti saranno chiamati a fare la loro scelta sui candidati al ruolo di facilitatori regionali del Team del Futuro ma anche sulla destinazione delle cosiddette «restituzioni» delle quote dei parlamentari. Gli attivisti saranno chiamati a decidere tra 3 progetti che mirano a sostenere i più deboli. Per farlo sono stati scelti tre fondi dello Stato che si occupano di infanzia, disabilità e violenza contro le donne. Nelle regioni Abruzzo, Marche, Trentino Alto-Adige e Veneto per l'Area Formazione e Coinvolgimento non si procederà alla votazione sulla piattaforma Rousseau in quanto il numero di candidati è uguale o minore rispetto al numero di facilitatori richiesti. Deciderà il capo politico. E Di Maio, che ammette «è sempre più difficile guidare il partito da solo», dovrà sciogliere un altro nodo: le suppletive al Senato in Campania. Il candidato grillino è Napolitano.

Ma dopo l'accordo tra Pd e il sindaco di Napoli sul nome del giornalista Sandro Ruotolo c'è chi suggerisce al ministro degli Esteri di accodarsi alla scelta del Pd.

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