La fuga continua dei ragazzini coinvolti nell'investimento del campo nomadi di Milano

Non imputabili per via della minore età sono anche liberi da particolari controlli

La fuga continua dei ragazzini coinvolti nell'investimento del campo nomadi di Milano
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Grazie al provvedimento d'urgenza adottato dal comandante della Polizia Locale di Milano Gianluca Mirabelli, giovedì era stato mandato in una comunità di Torre Boldone, alle porte di Bergamo, ma la mattina dopo, a Ferragosto, era già in fuga il 13enne rom bosniaco che, alla guida della vettura con a bordo altri tre minorenni, lunedì scorso (esattamente una settimana fa) aveva ha travolto e ucciso la pensionata 71enne Cecilia De Astis in via Saponaro, nel quartiere milanese del Gratosoglio, periferia sud della città. Venerdì, appena le responsabili della comunità si sono accorte di quello che era successo e hanno dato l'allarme, i carabinieri della Compagnia di Bergamo hanno diramato le segnalazioni. La fuga del 13enne è durata così solo mezza giornata. Alla fine sono stati infatti i poliziotti della Squadra mobile di Milano a intercettare il ragazzino che intorno alle 18 era già arrivato a un paio di chilometri dal campo rom di via Selvanesco. Prima di sera è stato riportato quindi alla comunità bergamasca. Il problema, spiega una delle persone che se ne occupa, è che proprio per la sua giovanissima età che lo rende non imputabile, anche gli strumenti di coercizione per tenerlo sotto controllo per impedirne la fuga sono ovviamente molto limitati.

Mentre il fratellino 12enne e la cuginetta di appena 11 anni del "fuggiasco" sono stati affidati ad altre due comunità protette, la Locale sta ancora cercando l'altro 12enne scappato mercoledì notte con la madre dall'insediamento di via Selvanesco dopo che la Procura dei Minori aveva riaffidato tutti e quattro questi minori responsabili di omicidio stradale e omissione di soccorso alle loro famiglie perché non imputabili per la loro giovanissima età. Si pensa che il bambino - che è stato visto l'ultima volta alla Barona e non lontano dall'ospedale San Paolo - ovvero alla periferia sud ovest della città, non sia mai riuscito ad allontanarsi da Milano. Una volta rintracciato anche il 12enne verrà affidato a una comunità protetta.

I minorenni, infatti, erano stati individuati dai vigili martedì mattina, a neanche ventiquattro ore dalla fuga dopo l'incidente mortale del Gratosoglio: trovati nel campo nomadi in via Selvanesco, estrema periferia sud di Milano e a neanche due chilometri dal luogo dell'incidente, erano stati quindi portati in comando insieme a madri e familiari per essere sentiti. In serata tutti e quattro erano tornati con i genitori nell'accampamento. Da lì, nel pomeriggio del giorno successivo, mercoledì, si erano poi allontanati. La bambina di 11 anni era stata rintracciata quella stessa sera sull'autostrada A6 al casello di Fossano (Cuneo) in direzione Ventimiglia, mentre era a bordo di camper guidato dalla nonna. I due fratellini di 13 e 12 anni erano invece stati localizzati in un campo nomadi di Beinasco, Torino, in compagnia della madre.

I tre erano stati subito collocati in comunità con un provvedimento della Locale, come previsto dall'articolo 403 del codice civile che dà "la possibilità di intervenire quando il minore è moralmente o materialmente abbandonato o si trova esposto a grave pericolo per la sua incolumità psicofisica". Passato il Ferragosto, sabato mattina il giudice del Tribunale dei Minori ha convalidato il provvedimento e fissato per il 27 agosto l'udienza in cui saranno ascoltati i genitori e i piccoli.

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