Fumata nera sulla finanziaria M5s e Lega decisi a sforare

L'aggiornamento del Def va presentato domani ma è in alto mare. Il Quirinale prova a sedare i bollenti spiriti

I l conto alla rovescia scorre veloce. Dopo un'estate di promesse, tensioni e pressioni, domani scade il termine per varare la Nota di aggiornamento del Def. Si avvicina, insomma, il momento della verità, quello in cui si capirà quali e quante risorse avrà a disposizione il governo per tenere fede a parte degli impegni contenuti nel contratto di governo.

In queste ore i contatti telefonici sono febbrili e continui ai vertici dell'esecutivo, nonostante Giuseppe Conte si trovi a New York all'assemblea generale delle Nazioni Unite (previsto un ritorno anticipato in Italia questa notte). Ieri sera poi i ministri del Movimento cinque stelle si sono visti con Luigi Di Maio per fare il punto. L'obiettivo è trovare una prima quadra sui conti, superare lo scoglio manovra spostando in avanti l'asticella dell'1,6% nel rapporto deficit/Pil fissata inizialmente dal Tesoro.

I due alleati di governo sono compatti nel chiedere al ministro dell'Economia, Giovanni Tria, di allentare i cordoni della borsa, con il Quirinale impegnato a sedare i bollenti spiriti e le ipotesi più estreme di spesa in deficit. I toni del confronto sarebbero stati a tratti molto duri, con Lega e M5s decisi a ottenere uno sforamento del tetto del 2% del deficit. Tria si sarebbe ammorbidito, ma anche volendo provare ad affrontare le forche caudine del vaglio della Commissione europea le coperture continuano a non esserci.

I 4 punti che più stanno a cuore ai due partiti di maggioranza sono il restyling della Legge Fornero con l'introduzione della quota 100 (con 62 anni di età e 38 di contributi), una misura che nelle intenzioni porterebbe al pensionamento di 450mila persone: 180mila dalla Pubblica amministrazione, 270mila dal settore privato; la flat tax al 15% per le partite Iva (percentuale che varrebbe fino a 65 mila euro e poi per tutto il sistema imprese Ires al 15% in caso di reinvestimento, assunzioni, aumenti di capitale); l'introduzione del reddito di cittadinanza a partire da metà marzo, come annunciato ieri da Di Maio, e le misure di pace fiscale per risolvere una serie di contenziosi col fisco.

Come detto, la Nota di aggiornamento al Documento di economia finanza dovrà arrivare entro domani. Poi sarà la volta del Documento programmatico di bilancio da inviare alla Commissione europea e all'Eurogruppo, seguito a stretto giro dalla legge di Bilancio vera e propria il cui approdo in Parlamento è fissato per il 20 ottobre. In questa sede si dovrebbe procedere anche al taglio delle cosiddette pensioni d'oro, con una mediazione trovata tra i due partiti di governo su quota 4.500 euro netti.

Come impostazione e ispirazione politica generale se in questa fase la Lega punta ad aiutare piccoli imprenditori e partite Iva, i Cinquestelle cercano misure bandiera per «aiutare gli ultimi e fare la guerra ai potenti». Quindi se da una parte il sottosegretario al Mef, Massimo Bitonci, ipotizza una pace fiscale anche per l'Iva non riscossa, ma limitata a sanzioni e interessi, i Cinquestelle puntano il dito contro banchieri e petrolieri con il taglio alla deducibilità degli interessi passivi per banche e assicurazioni e la riduzione delle agevolazioni sul gasolio, premiando invece le auto elettriche.

Il vero ostacolo resta, però, sempre quello delle risorse. Una ricerca complessa e spericolata su cui grava lo spettro del downgrading del nostro debito. Una decisione che avrebbe conseguenze nefaste per i nostri titoli di Stato.

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